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A.B. 2 giugno 2014
Chiusura sede Rai di Sassari: interviene Silvio Lai
«Si al taglio degli sprechi in Rai, ma no ai tagli orizzontali del servizio pubblico che funziona. Inaccettabile equiparare i megastipendi di qualche conduttore con la chiusura delle sedi territoriali che sono presìdi di democrazia», dichiara il senatore del Pd, parlando della paventata chiusura della sede Rai di Sassari
Chiusura sede Rai di Sassari: interviene Silvio Lai

SASSARI - «È necessario chiarire, onde evitate strumentalizzazioni, che nessuno qui ha intenzione di contestare l'esigenza di una sana pratica di controllo dei costi e di efficientazione dei processi, specie in un'azienda pubblica come la “Rai”, dove è evidente a tutti che negli anni, e sotto ogni gestione, si sono verificate occasioni di spreco inaudite e inaccettabili specialmente in tempi di crisi. Dunque, si alla spending review, come ad ogni buona pratica che porti a migliorare i conti di un'azienda pubblica, ma senza intaccare la qualità e la garanzia dei servizi offerti ai cittadini. Perché il punto è proprio questo, occorre saper distinguere tra sprechi (e su questo si potrebbe aprire un ampio capitolo in Rai) e quei costi sani che corrispondono invece alla funzione primaria del servizio pubblico».

Così il senatore Silvio Lai risponde a chi, in queste ore, lo cita perché avrebbe difeso la sede di Sassari dalla chiusura. «Per ciò che mi riguarda, occorre andare nella direzione tracciata di una riforma della Rai, che non deve essere succube ai partiti e ai governi, e neanche al mercato, se i cittadini pagano il canone. E mantenere sedi regionali in grado di garantire localmente l'informazione pubblica evitando di lasciare i territori in balia di soggetti privati monopolisti che condizionino la politica e l'economia locali».

«E’ inaccettabile – spiega il senatore del Pd - mettere sullo stesso piano il mega stipendio di qualche super conduttore o le spese faraoniche e ingiustificate per certe produzioni televisive, con l'esigenza di chiudere -sic et simpliciter - una o più sedi territoriali che da decenni servono l'informazione e dunque la cultura della democrazia di questo Paese. L'idea che con i tagli orizzontali si risolvano i problemi, ha sempre portato danni in Italia, è bene ricordarselo. E spero bene che per la tentazione di dare un "segnale" agli italiani, non si finisca per buttare via un enorme patrimonio di professionalità, oltreché dei veri e propri presidi della democrazia. Mi auguro per il bene di tutti che non sia questa la logica che anima la riforma del servizio pubblico e che invece ci si attrezzi per agire chirurgicamente, valutando caso per caso, colpendo senza pietà gli sprechi, ma salvaguardando al contempo tutto ciò che ha fatto grande la Rai in Italia, proprio a partire dalle sue radici sul territorio, che hanno dato e danno, voce a milioni di cittadini».

Nella foto: il senatore del Pd Silvio Lai



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