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A.B. 27 giugno 2014
«No al commissariamento dell’Agenzia Conservatoria»
Parte l’appello con i primi cinquanta firmatari fra musicisti, scrittori, accademici, ambientalisti e sindaci di comuni costieri sardi
«No al commissariamento dell’Agenzia Conservatoria»

CAGLIARI - Già cinquanta i firmatari dell’appello contro il commissariamento dell’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna, fra cui il presidente della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati Ermete Realacci, il fondatore e presidente onorario del Wwf Italia Fulco Pratesi, il vicepresidente ed il direttore del “Kyoto Club” Francesco Ferrante e Sergio Andreis, gli scrittori Dacia Maraini, Marcello Fois e Massimo Carlotto, il coordinatore nazionale di “Libera” Enrico Fontana, il docente dell’Università di Cagliari Giuseppe Melis, i musicisti sardi Paolo Fresu e Elena Ledda, e ben dodici Comuni sardi come Arbus, Buggerru, Calasetta, Castelsardo, Castiadas, Cuglieri, Domus de Maria, La Maddalena, Masainas, Porto Torres, Sant’Antioco e Stintino.

Parte l’appello rivolto al presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru, che vede insieme grandi artisti, esponenti della cultura italiana, del mondo universitario e rappresentanti di molte associazioni ambientaliste affinché sia revocata la decisione di commissariare l’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna presa il 12 giugno dalla Giunta Regionale sarda. «No al commissariamento dell’Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna» è l’appello attivo anche sulla piattaforma “Change”, perché tutti si chiedono: che fine farà il patrimonio costiero affidato alla gestione dell’Agenzia? Infatti, oltre 6mila ettari (fra i litorali di Alghero, Muravera, Buggerru, Castiadas) ritorneranno nella disponibilità delle strutture regionali “ordinarie”, portando di fatto le lancette dell’orologio indietro di dieci anni, quando le coste della Sardegna venivano gestite in maniera settoriale. Inoltre, con la soppressione dell’Agenzia, migliaia di ettari di coste, ad alto valore paesaggistico ed ambientale, potranno essere messi in vendita ai migliori offerenti, pronti a speculare sulle coste sarde, magari con il pretesto di attrarre investimenti esteri.

Infatti, secondo gli appellanti, il commissariamento è ingiustificato, in quanto la Conservatoria è un Ente non in perdita, capace di risparmiare ed investire al meglio il denaro pubblico, come mostrano i rapporti ufficiali sul suo funzionamento. L’efficienza economica e gestionale dell’Agenzia, esempio unico in Italia, e la sua capacità di attrarre finanziamenti per la Sardegna dimostrano la validità di investire nelle politiche ambientali per creare uno sviluppo realmente sostenibile. Per esempio, la Conservatoria ha valorizzato il patrimonio delle torri costiere, dei fari e delle stazioni semaforiche, iniziando il difficile restauro di molti manufatti e riportando questi beni culturali a un uso pubblico, in assenza di risorse statali per la loro tutela. L’Ente, amministrando direttamente il patrimonio regionale, ha dimostrato che esiste un modello alternativo ed efficace di gestione di questi beni al quale si ispirano tutte le altre regioni italiane costiere. Si può aderire all’appello firmando on-line sulla piattaforma Change o scrivendo una e-mail all’indirizzo web “appellocostesarde@gmail.com”.



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