IL DISCORSO DEL SINDACO | Questa mattina il sopralluogo dell'assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru, che ha toccato con mano la situazione dell'ospedale Civile e Marino. Nel corso dell'incontro i responsabili sanitari hanno esposto le criticità dei reparti
ALGHERO - «Sono venuto qui per ascoltare e vedere lo stato delle strutture». E ancora: «porterò l'esigenza dei cittadini, degli operatori e del sindaco». Queste le prime dichiarazioni dell'assessore regionale alla Sanità Lugi Arru, oggi in visita istituzionale ad Alghero. Ad accompagnarlo nei sopralluoghi negli ospedali Civile e Marino, il sindaco Mario Bruno, l'assessore comunale alla Sanità Nina Ansini, il consigliere regionale Marco Tedde e alcuni dirigenti sanitari, con il responsabile del presidio Elio Manca a svolgere gli onori di casa. Presenti anche alcuni consiglieri comunali di maggioranza e minoranza.
Un incontro interlocutorio quello dell'esponente della Giunta Pigliaru che ha fatto un giro completo delle due strutture, parlato con i medici e anche con qualche paziente, tra cui una signora inglese con il figlio appena ingessato dopo una caduta in piscina. Infatti, Arru ha preso tempo rinviando ogni decisione all'attivazione di una rete ospedaliera dell'isola: «da quello si potrà orientare la destinazione dei fondi nazionali ex articolo 20».
Diversa la posizione del primo cittadino che senza girarci intorno fa capire che al contrario il tempo è scaduto per la sanità algherese: «è un discorso di strategia» secondo Bruno che riassume le questioni ad una principale: la Regione vuole o no un nuovo e unico ospedale per la città?. «La risposta me la aspetto oggi» ammette sapendo già di non poterla ottenere così rapidamente ma sperando perlomeno che le decisioni a Cagliari siano di seguire la strada intrapresa a San Gavino, un centro con gli stessi posti letto della Riviera del corallo, e confidando anche su 260 milioni di risorse ministeriali. In caso di esito negativo, invece, i finanziamenti devono essere riorientati in ampliamenti e riqualificazioni degli edifici esistenti. E si congeda così: «sarebbe un importante rattoppo ma sempre rattoppo è».