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12 aprile 2006
I canti algheresi della Passione nella notte del venerdì santo
Ad eseguirli il coro Panta Rei nell´area antistante l´istituto alberghiero di Piazza Sulis.

ALGHERO - Molti cori saranno presenti Venerdì Santo ad accompagnare con i loro canti il passaggio della processione del discendimento. Il coro algherese dei Panta Rei, da alcuni anni a questa parte, rappresenta l’algheresità interpretando alcuni canti religiosi nella lingua locale. La stazione attribuita al gruppo è la chiesa del Carmelo, anche se quest’anno, a causa di lavori in corso, i brani saranno eseguiti davanti all’Istituto Alberghiero, in Piazza Sulis, a partire dalle ore 21.00 e fino al passaggio della solenne processione.Molti di questi canti trattano il tema della passione di Cristo, come "Pare nostro major major", che racconta il sogno di Maria ed ha come oggetto i sermoni quaresimali così come erano in uso nel sec. XVI°, con l’elencazione delle sofferenze di Cristo in croce, secondo l’ottica di chi guarda da sotto la croce, in ordine ascendente, cioè dai piedi sino alla testa. Altro brano che sarà eseguito è "Lo plor de la Mare", il pianto della Madonna ai piedi del crocifisso. Parla del dolore della Madonna sotto la croce del figlio, ma anche dell’identico dolore delle madri dei due ladroni in croce. Il testo (scritto nel 1984 da A.Colledanchise e musicato da Pino Piras) vinse il primo premio di poesia "Rafael Sari" 1990. E poi ancora "Jesus a l’olivar" che narra di Cristo che prega nell’orto del Getzemani e viene tradito per tre volte, del suo arresto e della sua morte in croce; "La passió", un canto di Xiù Terrat (Salvatore Corbia, 1827-1909) sulla passione di Cristo. La versione che viene eseguita durante la settimana santa è una riduzione e la musica, che originariamente aveva toni sardi, è un adattamento. Il canto originale è stato trascritto da Giovanni Palomba, quando l’autore era ancora in vita e porta il titolo di “Lu Sancristus”; "Lauda de la Passió" tratta la passione di Cristo, attraverso il dialogo tra Gesù e la Madre, con alcuni interventi del popolo, quasi sullo stile del “Pianto della Madonna” di Jacopone da Todi. "Maria a la botiga del mestra de llenya", costituisce un canto a sé: si canta da un paio di anni ed è la traduzione dall’originale di Fabrizio De Andrè "Maria alla bottega del falegname"(tratta da "La Buona Novella"), in cui Maria parla col falegname che costruisce le croci per Cristo e per i ladroni."Jesucrist", la vita di Cristo vista dal lato divino e da quello umano: la sua rivoluzione e il suo messaggio di liberazione erano basati sull’amore. "La nau" è invece una metafora della Passione di Cristo attraverso il calvario di un popolo che “sceglie il mare per scegliere una terra”. Ma saranno eseguite anche altre antiche canzoni religiose come "Les dotze paraules", che appartiene a riti di tipo esorcistico-religioso, con funzione apotropaica; pare che i marinai algheresi la recitassero per far cessare le burrasche. Presenta delle lezioni anche in altre lingue del Mediterraneo: tra l’altro, esistono delle versioni in latino ed in sardo. Verranno eseguite anche alcune antiche preghiere algheresi, risalenti ai secoli XIV-XVI:"A llit me colguí" e "A llit meu" sono due varianti evidenti di un unico tema, e insieme a "Camisa que me vist" e "Jo me colc en sepultura" facevano parte di un nucleo di preghiere che si recitavano la notte, prima di andare a letto. "Desperta-te, ánima mia" è invece una preghiera che veniva recitata in occasione della comunione. “Ave Maria” è una versione del 1974 tradotta dal latino in algherese. Quasi tutte le musiche di queste antiche preghiere, dove esistevano, sono andate perse: le musiche che oggi le accompagnano sono frutto di nuovi adattamenti musicali.
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