Enrico Muttoni
3 dicembre 2014
L'opinione di Enrico Muttoni
Discariche, cornuti e mazziati
La pesantissima sanzione comminata dalla UE all’Italia, per non aver rimediato alla non gestione delle discariche di RSU, riporta agli onori della cronaca una situazione che la cittadinanza continua a rimuovere psicologicamente, obbligando gli occhi a non vedere. Il riassunto è presto fatto: da quando l’Italia ha messo mano, legislativamente, alla gestione dei rifiuti, la parte peggiore della società ha messo le mani sull’enorme massa di danaro che la suddetta gestione muove. E, con l’appoggio di politici distratti, compiacenti, o comprati, ha portato avanti una campagna di disinformazione che, sapientemente amplificata dai mezzi d’informazione, ci ha portato al punto in cui siamo: ad essere sommersi dalla spazzatura, e multati. I due pilastri su cui poggia la disinformazione sono: la demonizzazione dei termovalorizzatori, e il tormentone pubblicitario: rifiuti zero. Quest’ultima, una cosa fisicamente impossibile. La conseguenza è stata l’apertura di un numero elevatissimo di discariche, in perenne stato di colmatura, ed in perenne emergenza, che naturalmente favorisce il malaffare.
Il buon senso dovrebbe far capire ad ognuno di noi che una discarica, anche autorizzata e a norma, costituisce l’impegno assoluto e continuativo di una porzione di territorio, con buona pace di chi lo erediterà. E per quanto la tecnica possa rassicurare, nessuno è in grado di garantire sulla bontà e sulla durata delle protezioni installate sul fondo di quei depositi. Mi piacerebbe sapere poi se le discariche siano coperte da assicurazione per eventuali danni, o se la legge abbia dimenticato questo particolare. C’è da dire che una discarica difettosa svelerebbe la sua dannosità molto dopo che questa fosse in atto e le cui conseguenze rimarrebbero comunque irrimediabili. La discarica, però, ha due enormi vantaggi, per i pochi che ne godono. Quello di favorire il proprietario del sito, e di far guadagnare valanghe di danaro ai gestori, in contanti e subito, senza grosso impegno lavorativo. C’è chi diventa ricco con le royalties sul greggio, e chi lo fa con i rifiuti. A questo si aggiunge il costo della raccolta differenziata, con un dispendio enorme per la varietà dei mezzi impiegati, con la diversità dei regolamenti, e con il malinconico conferimento in discarica, nei molti luoghi in cui non esistono aziende di recupero e riciclo.
Ma per raggiunger questo stato di mal guadagno, si è dovuto procedere ad una capillare campagna di calunnie nei riguardi di qualunque sistema di trattamento del rifiuto. In parte con le fantasie riguardanti il riciclo di materiale, ma soprattutto impedendo l’allestimento di impianti di selezione, recupero e trattamento termico. Anche qui il buon senso dovrebbe far comprendere che, una volta definito il bacino di utenza, i RSU dovrebbero essere conferiti indifferenziati ad un impianto centrale in grado di selezionare l’indifferenziato, recuperare i materiali utili, ed alla fine bruciare (è un termine riduttivo) ciò che si deve rendere inerte e sicuro per la salute pubblica. E’ un miracolo che, in qualche caso, ciò sia stato realizzato. E’ bastata invece seminare, innaffiare e far crescere e prosperare la panzana della emissione di diossina, per raccogliere a piene mani la paura così sapientemente coltivata. Deve essere chiaro a tutti che la diossina, da un inceneritore, non può uscire: a meno che qualcuno, dolosamente, non operi in tal senso.
Paradossalmente la diossina, qualora sfuggisse dal camino del termovalorizzatore, verrebbe subito individuata; laddove tutte le porcherie gettate nelle discariche, autorizzate o abusive che siano, sono destinate a far danno e ad inquinare, prima o poi, le falde acquifere sottostanti la discarica. Senza considerare, poi, le porzioni di territorio rese inutilizzabili. Non solo, ma il costo esorbitante dei conferimenti in discarica incentiva pericolosamente l’auto smaltimento, tenuto conto che i rifiuti più pericolosi sono spesso in piccoli volumi, facilmente occultabili. A questo proposito devo manifestare i miei dubbi sulla enorme varietà di combustibili per il riscaldamento domestico, ad iniziare dai pellets, per finire con i combustibili liquidi in libera vendita nei centri per il fai da te: chi controlla questi prodotti? La sanzione UE, quindi, è ben meritata. Ma come in altri casi verrà coperta o dalle bugie ( il Governo ha già fatto sapere che non si pagherà nulla, perché tutto è sistemato; ci sarebbe da scompisciarsi dalle risate, se la realtà non fosse tragica), o si punterà sulla proverbiale mancanza di memoria dell’ opinione pubblica. Cornuti, appunto. E mazziati: perché i comuni serviti da termovalorizzatori non potranno esimersi dal partecipare, indirettamente, al pagamento delle sanzioni. Mazziati, come volevasi dimostrare.
*Chimico
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