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Il Coordinamento politico di Alghero Viva 24 maggio 2006
Caro Soru ti scrivo...
Caro Soru ti scrivo...

Egregio Presidente,

il Movimento Politico Alghero Viva, presente nel Consiglio Comunale di Alghero con due Consiglieri, fin dalle origini è stato sostenitore della Sua azione politica e di governo della Regione Sarda, contribuendo all’elaborazione del programma e candidando alcuni suoi esponenti all’interno delle liste di Progetto Sardegna alle elezioni regionali e provinciali.

Il Movimento in particolar modo è schierato a favore della difesa del territorio, della tutela dell’ambiente e dell’identità condividendo appieno il suo nuovo modello di sviluppo legato principalmente alla valorizzazione delle risorse locali.

In virtù del percorso politico , della storia e della libertà di pensiero che ha sempre contraddistinto Alghero Viva, ci permettiamo di dissentire dal contenuto della deliberazione della G.R. n.20/10 del 18/5/2006 riguardante le disposizioni della pesca del corallo in Sardegna, che prevede una drastica riduzione della pesca del corallo per l’anno in corso e l’abolizione totale per l’anno 2007.

Tale provvedimento, che ha come fondamento la necessità di tutelare la risorsa corallo, se applicato integralmente, causerebbe un notevole danno non solo all’economia, ma anche all’immagine, alla storia ed alla cultura della Città di Alghero.

La nostra posizione è supportata dalle seguenti considerazioni: Il corallo è uno degli elementi significativi della nostra Città, al pari della lingua, dell’architettura catalana, della tradizione marinara e del forte legame tra il mare e la città testimoniata da scambi commerciali e culturali con tutti i paesi rivieraschi del Mediterraneo, in particolare con la Catalogna, che avevano come principale scopo la pesca del corallo.

Il ramo di corallo è infatti rappresentato nello stemma della nostra Città, assieme alle quattro bande in colore oro e rosso, simbolo della Corona di Aragona, fin dall’anno 1355.

Proprio per l’importanza economica derivante dal corallo fu istituita la Caixa del Coral, che intorno al 1500 era il tributo che veniva pagato dagli stessi corallari alla municipalità di Alghero per la manutenzione della Cattedrale della Città, e per finalità di mutuo soccorso tra i pescatori stessi, come ampiamente documentato presso l’Archivio storico del Comune di Alghero.

Durante il periodo sabaudo (compreso tra il 1721 ed il 1755) la pesca veniva esercitata complessivamente da circa diecimila barche di cui oltre ottomila facenti capo al porto di Alghero. Come ampiamente documentato da Giuseppe Doneddu in - La pesca del corallo in “Alghero, la Catalogna, il Mediterraneo”, a cura di A.Mattone e P.Sanna Editrice Gallizzi, Sassari 1994.)

Venendo ai nostri giorni, la costa di Alghero è conosciuta come “ la Riviera del Corallo ”. Decine di botteghe artigiane lavorano e vendono il corallo di Alghero a migliaia di turisti che sono attirati da tale prezioso elemento, che è percepito come uno degli elementi costitutivi e simbolici dell’identità della Città, non solamente dai suoi abitanti ma anche dai visitatori.

Nell’anno 1958 venne fondato ad Alghero l’Istituto d’arte “ A. Costantino ” il solo insieme a quello di Torre del Greco a proporre la formazione professionale di artigiani della lavorazione del corallo, da qui sono usciti molti orafi diventati apprezzati artigiani che vendono il Corallium Rubrum in tutto il mondo.

A conferma dell’importanza che riveste il corallo per Alghero è in fase di realizzazione il Museo del Corallo, utilizzando fondi dell’Unione Europea. Sarebbe quindi paradossale e contraddittorio se nel momento della sua creazione, venisse proibita la pesca del corallo.

Attualmente la pesca del corallo viene praticata da 38 addetti, muniti di apposito brevetto e di autorizzazione da parte della Regione, a profondità comprese tra i 90 e i 120 metri. Il pescatore subacqueo dispone di pochi minuti per prelevare dal banco i rami del corallo. La pesca è quindi estremamente selettiva e viene effettuata in condizioni ambientali avverse, che derivano dalle forti correnti di profondità e dai lunghi tempi di risalita. Inoltre l’età media dei pescatori è intorno ai 60 anni, per cui si deduce che è una categoria professionale ad esaurimento, posto che è intendimento della Regione non rilasciare più nuove autorizzazioni alla pesca.

Ulteriori restrizioni alla pesca del corallo provengono inoltre dalla presenza dell’Area Marina Protetta di Capo Caccia – Isola Piana e dalla presenza di numerose imbarcazioni che praticano la pesca a strascico. Inoltre, per sottolineare l’importanza che riveste il corallo per la nostra Città, si sta sperimentando con successo presso il Centro Porto Conte ricerche (Consorzio 21) l’impianto di colonie di corallo in supporti di roccia da impiantare nel fondo marino.

Pertanto in considerazione di quanto sopra detto Le chiediamo, Signor Presidente, di rivedere il testo della deliberazione adottata al fine di non mortificare e cancellare una preziosa tradizione della città di Alghero perchè siamo convinti che si possa trovare il giusto equilibrio tra l’esigenza della conservazione della risorsa e del prelievo razionale e controllato a fini economici. Inoltre sarebbe auspicabile un confronto preventivo con le categorie interessate al fine di trovare la giusta soluzione che salvaguardi l’ambiente e che tuteli una parte importante della nostra economia, anche alla luce della legge regionale 11/4/2006 n. 3 “ Disposizioni in materia di pesca “ che istituisce i distretti di pesca.

Sarebbe invece deleteria, a nostro avviso, la scomparsa di un aspetto importante della cultura e della tradizione marinara della nostra città. Nel riaffermare il nostro sostegno alle politiche di rinnovamento da Lei attuate, porgiamo i più cordiali saluti.

Alghero, 23/5/2006



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