Pierpaola Pisanu
30 maggio 2006
Sulla salva-corallo emergono le vecchie ruggini nello scudo crociato di Alghero
Salta il voto per l´ordine del giorno avanzato dall´Unione di centro per mancanza del numero legale in aula consiliare. Assente anche il terzo componente del gruppo consiliare dell´Udc, Giorgio Meloni

ALGHERO - Niente da fare. Là dove non è riuscito il Piano Paesaggistico, non ce l’ha fatta nemmeno la legge salvacorallo. Ancora una volta le bandiere politiche si sono frapposte in un dibattito su uno dei settori simbolo della città di Alghero. Tutti d’accordo sull’esigenza di aprire un confronto con la Regione per modificare un provvedimento dannoso per l’economia algherese. Ma nonostante la posizione di partenza condivisa da ambo i lati, allo stesso tempo non si è riusciti ad arrivare al voto unanime di un testo non spoglio di connotazioni politiche a giudizio del centro sinistra che per questo motivo ha deciso di abbandonare l’aula e non votare l’ordine del giorno avanzato da due consiglieri comunali dell’Unione di Centro. «Noi chiedevano di mediare mentre da parte della maggioranza si è voluta dare una valenza politica di attacco contro il governo regionale», ha spiegato Carlo Sechi di Alghero Viva, movimento che peraltro, proprio nei giorni scorsi, aveva inviato al presidente della Regione una lettera di dissenso contro la misura che prevede dal 2007 il divieto della pesca del corallo. Ma a parte la frattura genetica che ci può stare tra destra e sinistra, non si può non evidenziare che anche la stessa maggioranza ha lasciato soli i consiglieri dello scudo crociato Mauro Manca e Giulio Chessa, a tal punto che l’ordine del giorno non si è potuto votare perché la seduta non era valida. In aula solo 14 i consiglieri presenti. Troppo pochi per garantire il numero legale. E come non rimarcare l’assenza che forse pesa più delle altre? Quella di Giorgio Meloni, esponente centrista che ha lasciato il banco accanto ai suoi due compagni di gruppo, poco prima del voto. La sua firma peraltro non compariva nemmeno nell’ordine del giorno presentato dall’Udc, così come non compare in un comunicato diramato questa mattina in cui i centristi Mauro Manca e Giulio Chessa stigmatizzano il comportamento dell’opposizione, accusata di aver rinunciato a dare il suo contributo su questa fondamentale rivendicazione nei confronti della Regione Sardegna: «Nonostante la discussione abbia lasciato spazio ad alcune aperture, - lamentano Manca e Chessa – la minoranza ha palesato la volontà di non condividere l’iniziativa, ponendo pregiudiziali inaccettabili. Uscendo dall’aula – proseguono i due esponenti politici - ha di fatto abbandonato a se stessi gli operatori del settore ed ha rinunciato a dare il suo contributo per difendere Alghero e la sua cultura, di fronte ad un provvedimento, l’ennesimo, che mira a cancellare il nostro patrimonio e la nostra identità». Per quanto riguarda invece la mancanza di senso di responsabilità del centro destra che avrebbe dovuto garantire il numero legale Giulio Chessa e Mauro Manca si sono limitati a registrare quello che definiscono «un diffuso malcostume tra la maggioranza». Un secco no comment invece per quanto riguarda la bruciante assenza di un loro compagno di gruppo, segno che le vecchie ruggini sono sempre in agguato.
nella foto Mauro Manca
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