«C'è la massima fiducia nella magistratura e disponibilità a chiarire, come ho fatto finora». Sono le prime parole del sindaco di Alghero Mario Bruno all'indomani della nuova inchiesta sui fondi ai gruppi del consiglio
ALGHERO - «Massima fiducia nella magistratura e disponibilità a chiarire, come ho fatto finora, con risposte a tutte le domande poste degli inquirenti, consegna di documentazione e memorie, ogni aspetto che riguarda l'utilizzo dei fondi e l'espletamento della mia funzione di tesoriere in seno al gruppo Progetto Sardegna». Parole semplici e chiare, come suo stile, per il sindaco di Alghero, Mario Bruno, coinvolto dal pm Marco Cocco nel nuovo filone dell'inchiesta aperta per far luce sull'utilizzo dei fondi a disposizione dei gruppi consiliari nella XIII e XIV legislatura.
All'ex consigliere regionale di Alghero la Procura di Cagliari chiede spiegazioni su alcune spese del gruppo Progetto Sardegna, contabilizzate quando svolgeva il ruolo di tesoriere. Con lui chiamati a rispondere alle domande del pm l'assessore regionale Paolo Maninchedda e il consigliere Chicco Porcu [
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Le inchieste sull'utilizzo dei fondi destinati ai gruppi consiliari della Regione Sardegna coinvolgono 87 consiglieri ed ex consiglieri regionali appartenenti a tutti i partiti tra il 2004 e il 2013 (per ora solo 20 hanno avuto il rinvio a giudizio). Chiamati a giustificare spese e acquisti onorevoli del Partito democratico, Udc, fino ai Socialisti, al Popolo della Libertà prima e dopo Forza Italia, Psd'Az, Alleanza Nazionale, Idv e Uds, Rifondazione e Sinistra Autonomista. Di recente due consiglieri rinviati a giudizio, Peppino Balia e Vittorio Renato Lai, sono stati dichiarati innocenti.