S.A.
9 maggio 2015
Wwf contro l´Airgun nel Mediterraneo
Il Wwf esprime grande preoccupazione per l’inserimento di un emendamento nel Ddl sugli eco-reati che esclude l´airgun, la tecnica per la ricerca di idrocarburi in mare con esplosioni ad aria compressa

ALGHERO - Il Wwf esprime grande preoccupazione per l’inserimento di un emendamento nel Ddl sugli eco-reati che esclude l'airgun, la tecnica per la ricerca di idrocarburi in mare con esplosioni ad aria compressa. «Con questo emendamento votato al Senato si rischia di "gettare in alto mare" e far fallire una rivoluzione di legalità e giustizia, che in Italia si attende da oltre 20 e consentire ricerche petrolifere nei fondali marini con quantitativi insignificanti di petrolio. Se venisse approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati avrebbe degli effetti nefasti per tutto il Mediterraneo e per la Sardegna» si legge nella nota dell'associazione ambientalista.
«Infatti – ha dichiarato Carmelo Spada delegato Wwf per la Sardegna – le ricerche di idrocarburi riguardano l’area marina in prossimità del confine occidentale di Pelagos: 90.000 Km2 di superficie marina meglio conosciuta come Santuario dei Cetacei del Mediterraneo, un’Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo, che ha valenza internazionale perché coinvolge ambiti territoriali di pertinenza francese, monegasco e italiano. In questa zona del Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei rappresentati da dodici specie tra i quali la Stenella, la Balenottera Comune, il Capodoglio, alcune delle quali in forte contrazione ed a rischio estinzione; inoltre lungo la costa della Sardegna e della Corsica interessata dalle prospezioni geognostiche marine, sono inoltre presenti il Parco internazionale delle Bocche di Bonifacio, il Parco Nazionale dell’Asinara, le Aree Marine Protette di Capo Caccia – isola Piana di Alghero e Penisola del Sinis – isola di Mal di Ventre di Cabras, il Parco Naturale Regionale di Porto Conte, nonché numerosi siti a tutela della biodiversità: aree comprese nella rete Natura 2000 (SIC e ZPS)».
«Il Wwf già nei mesi scorsi – ha continuato il delegato Wwf per la Sardegna con una nota indirizzata ai sindaci di Alghero, Bosa, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, Sassari e Tresnuraghes manifestava totale sostegno per la loro esplicita opposizione allle attività di ricerca di idrocarburi nel mare della Sardegna ed in particolare nel mare tra il Golfo dell’Asinara, Alghero e Bosa. Opposizioni analoghe erano già state espresse in altre realtà internazionali che denunciavano come tali attività di ricerca possano provocare effetti negativi sulla flora e fauna marina anche in conseguenza delle modalità delle ricerche nei mari della Sardegna che riguarderebbero migliaia di chilometri di tracciato e per un periodo di diverse settimane con spari di aria compressa nel fondale marino con intensità sonora che raggiungono i 260 decibel, un livello di emissione che in natura è generato da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini che potrebbero essere un grave pericolo per i cetacei». «Il Wwf osserva che tali attività – ha concluso l’esponente del Wwf - si sommerebbero nell’Eco- regione Mediterraneo che comprende una grandissima varietà di ambienti animali, culture e popoli. Il cui equilibrio è sempre più minacciato dall'impatto delle attività umane come il consumo di suolo, la desertificazione, la pesca eccessiva, l'inquinamento sotto varie forme e quello acustico».
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