Red
15 maggio 2015
«Ebola, la macchina dei soccorsi ha funzionato»
È stato sottolineato durante il vertice di oggi in Prefettura a Sassari con l’assessore della Sanità Luigi Arru, il prefetto di Sassari Salvatore Mulas, i commissari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Giuseppe Pintor e della Asl 1 Agostino Sussarellu

SASSARI - L’esperienza maturata in questi giorni in Sardegna, dove si è dovuto gestire per la prima volta un caso di ebola sin dall’insorgere dei primi sintomi, potrà essere utilizzata per affinare il protocollo nazionale e di conseguenza per migliorare quello regionale. È stato sottolineato durante il vertice di oggi in Prefettura a Sassari con l’assessore della Sanità Luigi Arru, il prefetto di Sassari Salvatore Mulas, i commissari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Giuseppe Pintor e della Asl 1 Agostino Sussarellu, convocato per fare il punto della situazione sulla gestione del cooperante sardo che, tornato dalla Sierra Leone dove aveva lavorato come volontario per Emergency, si è ammalato di ebola.
Durante il vertice è emerso che la macchina dei soccorsi per la gestione dell’emergenza ebola a Sassari ha funzionato complessivamente bene e ha garantito sin dal primo momento la massima tutela del paziente, della famiglia, degli operatori e non ultima della salute pubblica. Per quanto riguarda la mancanza della barella a biocontenimento, biobag, è stato sottolineato che il protocollo nazionale prevede che comunque l’Aeronautica Militare arrivi a destinazione a prelevare il paziente dotata del biobag e che utilizzi quello per il trasporto del paziente nei due centri, lo Spallanzani a Roma e il Sacco a Milano, individuati dal protocollo nazionale per le cure. «Infatti la mancanza della barella a biocontenimento non ha condizionato le operazioni di soccorso – spiega l’assessore Arru – Abbiamo però deciso di dotarci comunque di due barelle, una a Cagliari e l’altra a Sassari, per ulteriore prudenza».
Nessun pasticcio, poi, sulla questione ambulanze: erano tre, in attesa fuori dal reparto di Malattie Infettive al momento del trasferimento del paziente, perché su disposizione della stessa Aeronautica ne sono state fatte arrivare due del 118 e una della Croce Rossa, che è stata poi quella effettivamente utilizzata, per poter scegliere quella più adeguata al trasporto del paziente. Nel vertice è stato infine affrontato il “caso fotografie”: l’assessore Arru, che già ieri aveva espresso rammarico per quanto accaduto, ha garantito che «sono in corso verifiche per capire se ci siano stati comportamenti da sanzionare», ma ha anche riferito che tutti coloro che si trovavano all’interno dell’Ospedale al momento del trasporto del paziente e nelle sue vicinanze facevano parte del personale sanitario delle malattie infettive, che aveva assistito il paziente ed erano regolarmente registrati.
Con loro erano presenti i militari dell’Aeronautica. Nel vertice è stato inoltre spiegato che alcune foto, insieme a qualche ripresa, sono state scattate da specializzandi che documentavano il trasferimento a fini scientifico-didattici. Subito dopo il vertice in Prefettura si è riunita, sempre a Sassari, l’Unità di Crisi per il monitoraggio quotidiano della situazione, che resta invariata: i tre familiari sono in quarantena volontaria, mentre il personale del 118, del laboratorio analisi e del reparto di Malattie Infettive – complessivamente dieci persone – sono in autoisolamento volontario.
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