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Rberto Mura
Dirigente di Arcobaleno di Stella Nascente 9 ottobre 2003
Finalmente! Era ora
Via libera al cemento
Di approvare il P.U.C. non se ne parla nemmeno. Perché mai dotarsi di uno strumento che detta regole e confini. Meglio continuare così, tanto, gli Algheresi, si sa, sono gente disposta ad ingoiare qualsiasi cosa
Finalmente! Era ora. Via libera al cemento

Questa attesa snervante sembrava non avere mai fine. Qualcuno, al colmo dello spasimo ha persino pensato che forse non si sarebbe mai avverato l’ineluttabile. Ma così non è stato. Giovedì 2 ottobre, il consiglio comunale, meglio, la sola maggioranza, ha approvato la cementificazione della zona di Alghero denominata “ Cuguttu”. A chi non fosse avvezzo alla toponomastica Algherese, ricordiamo che altri non è che il tratto di Maria Pia prospiciente lo stagno del Calik. Non paghi dell’orrore, si è persino aumentato, portandolo al doppio, l’indice di fabbricabilità da 2,5 a 5 metri cubi per metro quadro. “Costruiremo alberghi a tre stelle, con non meno di 60 posti letto ognuno”.Creeremo lavoro, produrremo benessere, affermano baldanzosi i consiglieri di maggioranza. Di approvare il P.U.C.( Piano Urbanistico Comunale) non se ne parla nemmeno. Perché mai dotarsi di uno strumento che detta regole e confini, sarebbe quanto mai autolesionista. Meglio continuare così, di variante in variante. Tanto, gli Algheresi, si sa, sono gente disposta ad ingoiare qualsiasi cosa.
Credete che si trovino ovunque le creazioni della natura, dove mare e spiagge bianche incontrino stagni e pinete lussuose? Luoghi dove la terra e l’acqua diano vita a dei paesaggi così strepitosi?
L’abitudine alla bellezza ci ha portato a credere che essa risieda ovunque, ma così non è.
Ci hanno pensato consiglieri privi di senso civico a deturpare il nostro passato ed il nostro futuro.
Gli esempi che dimostrano che ad Alghero, albergo non è sinonimo di occupazione stabile, di benessere per la collettività, di ricchezza, sono sotto il giudizio di tutti coloro che vogliono vedere.
Se altresì, significasse il contrario della realtà attuale, allora nessuno sano di mente avrebbe l’ardire di opporsi. Ma nella nostra città, turismo vuol dire improvvisazione, incapacità di programmare, vuol dire giovani e non solo, costretti a subire le imposizioni di chi che sa di poter contare sulla disperazione. Dove sono gli albergatori puri? Dov’è la stagione allargata? Dov’è la richiesta di più posti letto? Dove sono i turisti che preferiscono l‘albergo ad una casa in affitto ( in nero ovviamente)? Dove sono le analisi del territorio? La domanda e l’offerta? Dove sono le garanzie che gli Algheresi lavoreranno durante e dopo la costruzione degli alberghi? Chi se la sente di garantire sulla sua pelle, che distruggendo il territorio avremo ancora qualcosa da offrire ai turisti e a noi stessi? Adesso in fin dei conti cosa offre la città? Caos, servizi zero, assenza di bagni pubblici, traffico orripilante, il centro storico ridotto ad una cloaca a cielo aperto, spiagge luride e riservate. Improvvisamente con l’arrivo dell’estate diveniamo ospiti non graditi in casa nostra.
Ebbri di assurdo, inauguriamo gradinate chiamandole teatro, omaggiamo la città, i suoi figli, la sua storia, la sua cultura, la sua lingua, con un bel pezzo di teatro… in sardo! Lingua meravigliosa e carica di storia s’intende. Ma cosa centra con la tanto sbandierata Catalanità?
Allora che altro resta da fare,cari consiglieri di maggioranza, date sfogo alla “vostra” creatività.
Costruiamo alberghi ovunque, a ben pensare perché non abbattere Fertilia, tanto cade già a pezzi. Che vista che si godrebbe da lì sul golfo di Alghero. Lo stagno del Calik, perché non riempirlo dei rifiuti della città, tanto non si sa più dove stoccarli e, magari costruirci sopra una bella circonvallazione, giusto per snellire il traffico? Visto che ci siamo a questo punto, gli Algheresi in estate, perché non mandarli tutti nelle miniere del Sulcis, così non disturberebbero i vacanzieri. Ancora, leviamo quei quattro cartelli scritti in quella assurda lingua, come si chiama? A già , Algherese!
I turisti ,si sa, sono persone delicate e potrebbero pensare che la scritta Iglesia de Santa Maria, indichi una moderna discoteca. Imaginate la loro delusione! Non sarebbe turisticamente etico.
Già l’etica, ma che cosa può mai avere a che fare l’etica con questa maggioranza?!.



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