Alessio Sanna
6 ottobre 2015
L'opinione di Alessio Sanna
Il treno al porto cesura Joan Bousquets
Da algherese di nascita e da appassionato (oltre che impegnato) nei trasporti non posso non esprimere il mio parere sull'idea, ventilata già più volte negli anni passati e tornata ora agli onori della cronaca, di riportare la ferrovia verso il porto di Alghero. A tal proposito non è mio scopo schierarmi tra favorevoli o contrari, ma vorrei soffermarmi su alcuni aspetti sia pro che contro. È senza dubbio vero che la limitazione a Sant'Agostino vecchio della linea ferroviaria a scartamento ridotto Sassari-Alghero riduce la potenziale platea di possibili passeggeri, dato che la stazione si trova in posizione poco baricentrica rispetto all'area urbana, con particolare riferimento ai quartieri posti a sud della città. In tale contesto si aggiunge l'inadeguato e poco attrattivo servizio di bus urbani che risente di molti fattori negativi tra i quali l'inadeguatezza dei tempi di percorrenza che non tengono conto delle criticità del traffico e dei tempi minimi di sosta alle fermate, creando un servizio a volte aleatorio nei passaggi. Queste concause tendono ad allontanare la clientela, facendola optare a mezzi alternativi per raggiungere la stazione, se non addirittura la destinazione finale.
È necessario in secondo luogo tenere conto, nell'ottica di riavvicinare la ferrovia al centro città, di alcune criticità prima di tutto viabili, e in seconda istanza urbanistiche. Il lungomare Barcellona nasce senza prevedere la possibilità di reinserire l'infrastruttura ferroviaria smantellata alla fine degli anni 80 del secolo scorso. Ne risulterebbe quindi un impatto che andrebbe correttamente studiato e valutato, pesando aspetti negativi e positivi che l'operazione produrrebbe.
Tutta l'operazione va poi sicuramente pensata in un contesto più ampio che coinvolga anche il trasporto privato: la costruenda circonvallazione dovrà giocoforza far ripensare il sistema della viabilità. L'asse di penetrazione urbana oggi formato da via Don Minzoni, via Garibaldi e viale Giovanni XXIII potrebbe alleggerirsi grazie alla distribuzione dei flussi sulla perimetrale rappresentata da ciò che sarà la circonvallazione. In una prospettiva simile potrebbe (uso il condizionale) aver senso ipotizzare di dedicare parte del lungomare alla ferrovia, tenendo ben presente però le potenziali cesure sul progetto di Joan Bousquets: un'infrastruttura ferroviaria creerebbe, nel caso di specie, una cesura sul lungomare.
Un po' meno impattante risulterebbe un'infrastruttura di tipo tranviario, sulla quale però permarrebbero le criticità dovute alla circolazione dei tram su binario unico, imponendo un'adeguata protezione dei veicoli dal traffico privato. Non si capiscono, da ultimo, i riferimenti ventilati sull'utilizzo della "singola carrozza", dato che i treni oggi utilizzati non hanno carrozze né locomotori (sono automotrici) e anche i nuovi convogli in arrivo nella sede ferroviaria ARST di Sassari-Macomer (che verranno utilizzati sulla linea Sassari-Alghero) oltre a non avere carrozze, sono addirittura formati da tre elementi indivisibili. Acquistare quindi nuovi veicoli, cestinando quelli nuovi? Come sarà facile comprendere, la decisione non ha un "sì" o un "no" univoco, ma ha mille sfaccettature: se ne viene guardata una sola si ha una visione parziale della realtà. Bisogna quindi osservare la situazione in un complesso ampio e globale. Le valutazioni di sorta non potranno non essere fatte da chi opera nel settore della pianificazione e progettazione, e sarà infine compito della politica trovare la sintesi tra le necessità dei cittadini e le limitazioni o potenzialità del territorio.
*fondatore dell'Osservatorio Tranviario Torinese e membro dell'Associazione Torinese Tram Storici
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