Mariangela Pala
10 ottobre 2015
Pds: «Porto Torres senza un preciso Piano industriale»
Il Partito dei Sardi sostiene che l´apparato industriale e le fabbriche ancora operative nell´area industriale necessitano di attenzioni e monitoraggio, d´incoraggiamento per proseguire il percorso di ammodernamento e di competitività nei mercati

PORTO TORRES - Un Piano industriale per produrre una politica di creazione di lavoro e crescita ha l’ambizione di confrontarsi con tutte le amministrazioni del territorio, dalla Regione ai comuni dell’Area Vasta. La politica locale sembra non avere previsto in programma nessuno di questi obiettivi e si continua tra incertezze e difficoltà a non confrontarsi con le istituzioni a tutti i livelli.
La necessità di una governance partecipata dei territori (istituzioni, forze sociali, luoghi del sapere e della ricerca) e dai soggetti dell’economia reale che vi operano, è una delle priorità messe in evidenza dal Partito dei sardi che sottolinea la situazione drammatica dell'apparato industriale e produttivo della città di Porto Torres dove la maggior parte degli stabilimenti sono stati dismessi da anni, lasciando migliaia di persone senza lavoro, cumuli di rifiuti altamente pericolosi, con un impatto ambientale – visibile e non – da incubo.
«È mancata, negli anni, la gestione delle dismissioni industriali e una programmazione del dopo capace di ipotizzare una riconversione credibile e possibile dell'agglomerato industriale turritano – afferma il coordinatore del Pds, Alessandro Pinna – proprio in questi casi il territorio dovrebbe far sentire una voce forte e unica, a partire dai sindaci dell'Area vasta, proseguendo con le giunte comunali e i cittadini. Al contrario accade che, chi dovrebbe governare queste situazioni e prospettare un futuro migliore, chiuda ogni porta al dialogo e alla concertazione con le istituzioni del territorio, vanificando qualunque ipotesi di riconversione industriale e di creazione di posti di lavoro; questa è l'impressione avuta osservando le mosse del primo cittadino di Porto Torres».
Il Coordinamento del Partito dei Sardi sostiene che l'apparato industriale e le fabbriche ancora operative nell'area industriale, che distribuiscono comunque le poche buste paga ai lavoratori locali, sardi e non solo, necessitano di attenzioni e monitoraggio, d'incoraggiamento per proseguire il percorso di ammodernamento e di competitività nei mercati. «Matrìca, se seguita con attenzione potrebbe dare un contributo al rilancio dell'economia locale. Altrettanto si dica per il comparto energetico, attraverso la sostituzione dei vecchi gruppi 1 e 2: a Fiumesanto potrebbe sorgere una termocentrale elettrica di nuova concezione efficiente ed ecologica, in grado di fornire risposte tecnologicamente avanzate e occupazione per un territorio esangue, che non può far a meno dell'essenziale produzione di energia», afferma il dirigente Nando Nocco.
L’attività delle amministrazioni regionali e territoriali e soprattutto locali dovranno sperimentare pratiche di fattiva partecipazione, di confronto, di collaborazione e di verifica con la società civile e con le diverse forze politiche, prima di portare avanti iniziative in grado di incidere in maniera efficace sullo sviluppo futuro del territorio. La Segreteria del Partito dei Sardi di Porto Torres chiede che «l'amministrazione comunale si pronunci chiaramente su come intende agire riguardo a questi temi, anche con riferimento alle dichiarazioni del sindaco (contrario alla realizzazione del quinto gruppo a carbone) – sostengono i dirigenti Pds - evidenziando con un documento politico l'indirizzo programmatico che intende dare ai comparti industriale, energetico e artigianale, ma anche turistico. Prefigurando certamente la salvaguardia della salute dei cittadini, insieme ai livelli occupazionali che, se dovessero mancare, produrrebbero un collasso socio-economico dalle conseguenze inimmaginabili.»
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