Enrico Muttoni
30 ottobre 2015
L'opinione di Enrico Muttoni
Reflui in agricoltura, spiegateci perchè
Il lago del Cuga, pare, si salverà dal diventare il ricettacolo dei reflui di Sassari. Una buona, ottima notizia, soprattutto se non ci saranno ripensamenti. Ma i nostri ineffabili amministratori regionali (degnamente rappresentati localmente) intendono riutilizzare sempre e comunque questo tipo di rifiuto in agricoltura, pudicamente avvertendo, però, solo in caso di siccità. Ora, la siccità arriva una volta ogni tanto, chi si ricorda a memoria l'ultima? I Sassaresi, nel frattempo, pisciano tutti i santi giorni, e non poco: 100.000 metri cubi. Se le dichiarazioni fatte rispondono a verità, a fronte di un uso sporadico, con lunghissimi intervalli, (l'ultima siccità fu nel 2003) i reflui di Sassari prenderebbero la via che hanno sinora percorso, ovvero il Rio Mannu, fino a PortoTorres. L'opera idraulica, quindi, tornerebbe utile assai di rado. Ci vorrebbe uno psichiatra, e pure bravo, per spiegare quest'ansia di riutilizzo che pervade la classe politica. É un'ansia endogena, o esogena? É il desiderio, ereditato purtroppo dai predecessori storici, di scimmiottare tutte le decisioni prese in altre Regioni, dove i problemi di siccità ed inquinamento delle acque sono tangibili?
Lá dove l'acqua potabile arriva dai pozzi artesiani, dopo aver attraversato territori ricoperti da industrie di ogni genere, e dove anche quelle agricole usano le loro migliaia di tonnellate di fertilizzanti e fitofarmaci? Nel piccolo paradiso nel quale viviamo, pur senza riuscire a vederlo, noi abbiamo la fortuna di avere acqua potabile da bacini imbriferi montuosi, mai toccati dall'inquinamento industriale o agricolo di massa. Oppure… C'è, nel far west politico, una pioggia che non cessa mai, forse perché i gran sakem della tribú dei Mani in Pasta inscenano una danza propiziatoria perenne: quella dei finanziamenti. Soldi che vengono da lontano e vanno lontano dagli occhi della tribú, alla quale vengono solo forniti segnali di fumo per avvertire che tutto va bene, e tutto viene fatto per la conservazione ambientale della riserva. Purtroppo, non é ancora in vista un Tex Willer che a suon di botte e rivoltellate, faccia giustizia di pellirosse ubriaconi, venditori di whisky, spacciatori di pozioni magiche, e che dopo aver rivoltato i responsabili nella pece e nelle piume, li cacci dal paese.
Fuor di metafora western, davvero uno si chiede: ma i nostri amministratori, dove vivono? Non bevono la nostra acqua, non mangiano i carciofi che mangiamo noi, non assaggiano il formaggio delle nostre pecore, che, secondo loro, dovrebbero brucare pascoli irrigati dai reflui? Che possono dire costoro alle cantine della Nurra, che attendono con preoccupazione che l'agricoltore confinante con le loro vigne utilizzi quell'"acqua", sperando che non finisca a ingrossare le loro uve? Cosa diranno le aziende alle compagnie di controllo qualitá, quando queste certificheranno che gli ortaggi sono irrigati, senza necessità, coi reflui, per giunta usando le medesime tubazioni nelle quali scorre l'acqua piovana? Qualcuno ha detto che le carni rosse favoriscono l'insorgere del cancro. Dando da bere, magari per trascuratezza, i reflui al bestiame potremmo trasformare in realtá un'ipotesi peregrina. Del resto, cosa mangiavano le mucche pazze, se non rifiuti ben lavorati? Ecco: se c'é una logica in questa follia, chi puó la spieghi.
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