Simone Campus
5 novembre 2015
L'opinione di Simone Campus
Mentre a Roma si discute Sagunto è espugnata
Martedì a Sassari in un'affollata sala dei vigili urbani si discuteva animatamente del perché anche il Nord della Sardegna avesse i requisiti per essere area metropolitana, contemporaneamente a Cagliari i consiglieri regionali della Maggioranza di Centrosinistra, compresi ovviamente quelli di Sassari, davano il sostanziale via libera al riordino degli enti locali voluto dalla giunta regionale. Riordino che promuove Cagliari e boccia tutti gli altri in cambio di non meglio precisate "compensazioni". Neanche la finta di tirarla alle lunghe, di fare un po' di ostruzionismo, un emendamento per provare ad obiettare nel merito del dispositivo di legge. Nulla, neanche un rinvio tecnico "per consultarsi col territorio", queste cose che si fanno per salvare la faccia con gli elettori per poi dire "ci abbiamo provato".
Forse il mio sarcasmo è fuori luogo, inutilmente polemico, non so?, ma quello che è certo è che il Nord Sardegna area metropolitana non è mai davvero entrato nella discussione politica, nell’agenda del consiglio regionale e della maggioranza, è servito solo a riempire un pochino di pagine di giornale, senza che nessun esponente regionale del PD e soprattutto della Giunta sia venuto a Sassari a spiegare pubblicamente le ragioni di una riforma così importante e controversa che ci relega ulteriormente alla periferia del sistema. Senza che nessuno, di fronte ad argomenti seri come quelli portati al tavolo in questi mesi, dicesse convintamente cosa ci fosse di sbagliato nelle argomentazioni avanzate dal Nord Sardegna e votate all’unanimità dal Consiglio Comunale di Sassari.
L'unico argomento portato dall'assessore sulle pagine del quotidiano locale, relativo alla densità di popolazione, è stato spazzato via in cinque minuti da un vigoroso intervento di Antonietta Mazzette che ha annichilito qualsiasi possibile replica. La decisione era presa da tempo da un Presidente della Regione bravissimo in tante cose, ma testardamente convinto a non fare nessun passo indietro, in palese difesa degli interessi cagliaritani che sono in evidente contrasto col principio di coesione che dovrebbe animare l’azione politica del Centrosinistra. Su questo ed altri temi abbiamo discusso anche troppo, senza agire. Peggio, ci stanno scippando delle nostre risorse, ma siamo persino incapaci di reagire perché non sappiamo essere uniti nel raggiungimento degli obiettivi primari per il nostro territorio e ricostruire i rapporti di fiducia. E questa è una grande responsabilità dell’attuale gruppo dirigente soprattutto del PD.
Oggi più di ieri si pone il tema del rinnovo radicale del gruppo dirigente puntando sui giovani, perché la nostra classe politica è imborghesita, imbolsita, satolla, incurante della sofferenza altrui che ci circonda e sopraffà i puri di cuore. Politici “che non hanno fatto i compiti”, che hanno dormito sono placidi e tranquilli indifferenti al declino del territorio. Incoscienti di quanto li circonda. Solo chi come i trenta quarantenni ha figli piccoli, a cui vuol regalare un futuro veramente migliore rispetto a quanto ci è capitato in sorte, secondo me ha le motivazioni giuste per provare a cambiare veramente le cose e a difendere coraggiosamente non i privilegi, ma il principio di equità e giustizia.
*Consigliere comunale del Pd a Sassari
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