Oz
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Ai margini della Città Metropolitana
Il dato è soltanto uno: Alghero resta senza una rappresentanza politica espressione della maggioranza che oggi la amministra e governa a Sassari e Cagliari: Un vuoto politico sorprendente che lascia la città fuori dai giochi proprio nel momento in cui avrebbe dovuto contare di più

Le elezioni della Città Metropolitana di Sassari si sono chiuse senza sorprese nei numeri generali: il centrosinistra ha vinto come previsto, perchè più rappresentato nelle assisi locali. Ma ad Alghero, seconda città per popolazione e importanza, il risultato è tutt’altro che scontato — e purtroppo, tutt’altro che positivo. La città resta senza una rappresentanza politica espressione della maggioranza che oggi la amministra e governa a Sassari e Cagliari. Nessun consigliere eletto, nessuna voce in un’istituzione dove si decideranno programmazione, infrastrutture, trasporti, sanità, energia e ambiente. Una assenza che pesa come un macigno e che racconta molto più di qualsiasi analisi. Il Partito Democratico locale, che dovrebbe essere il partito guida della coalizione, è riuscito nell’impresa di non candidare neppure un algherese.
Non un nome, non una proposta, non un confronto aperto. Nessuna riunione del direttivo, nessuna decisione condivisa. Un vuoto politico sorprendente e preoccupante, che lascia la città fuori dai giochi proprio nel momento in cui avrebbe dovuto contare di più. A rendere il quadro ancora più surreale, il fatto che una parte del centrodestra - rompendo l’unità della propria area politica - abbia scelto di aderire alla lista del centrosinistra. Da quella parte arriva l’unica eletta algherese, una candidata che proviene proprio dal centrodestra. Un paradosso che fotografa bene la confusione e l’assenza di una direzione chiara. E mentre altrove si facevano conti e strategie, ad Alghero si è assistito a un caos organizzativo senza precedenti. Pare che alcuni candidati della stessa maggioranza non siano stati eletti per il mancato rispetto degli accordi interni: voti che dovevano restare sul territorio e che invece sono finiti altrove, segno di una maggioranza disarticolata e scoordinata.
La verità probabilmente è che è mancata una regia. Una regia locale autorevole, in grado di dare una linea, far rispettare gli accordi e garantire alla città il peso che merita. Senza una direzione unitaria, la maggioranza si è dispersa in personalismi e improvvisazioni, finendo per lasciare Alghero ai margini di un’istituzione che avrebbe invece dovuto vederla protagonista. Una storia che ormai sembra ripetersi e condanna il territorio a comparse marginali, un luogo non più artefice del proprio destino. Una città dove non si decide più niente, se non per interposta volontà. Al netto delle delusioni personali di chi contava su un’elezione sicura, il risultato è più che mai inequivocabile: la maggioranza che governa Alghero ne esce indebolita quanto la città, divisa, poco o per nulla incivisa. Un errore politico e strategico grave, che non può essere liquidato con la solita giustificazione dei “numeri sfavorevoli”. Perché quando manca la regia, non c’è pronostico che tenga.
Nella foto: il Consiglio Comunale in carica ad Alghero
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