A.B.
12 dicembre 2015
Vertenza entrate chiusa dopo dieci anni
Regole certe e 900milioni di euro di arretrati. «Ottenuto il riconoscimento di tutti i nostri diritti», dichiara il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru

CAGLIARI - L'accordo sulla vertenza entrate si chiude definitivamente dopo dieci anni e diventa una legge certa, con regole scritte e precise che valgono per la Regione e per lo Stato e che riconoscono pienamente tutto quanto rivendicato dalla Sardegna. Un risultato importante, ottenuto grazie all'approvazione, giovedì in Commissione paritetica Stato-Regione, delle norme di attuazione dell'articolo8 dello Statuto, quello che elenca tutte le entrate che spettano alla Sardegna. Il testo delle Norme di Attuazione sarà portato in Giunta martedì 15 dicembre e seguirà l'iter in Consiglio Regionale. Infine, avrà l'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei Ministri.
«Questa storia è rimasta sospesa troppo a lungo. Era tempo di chiudere il lavoro che cominciammo nell’ormai lontano 2006, quando portammo alla luce una situazione di completa disattenzione nell'applicazione dello Statuto della Sardegna, e così abbiamo fatto: in pochissimo tempo abbiamo chiuso definitivamente la partita - commenta il presidente della Regione Autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru - Allora ottenemmo la scrittura di un articolo8 molto più favorevole per il nostro regime delle entrate; oggi, grazie anche al grande impegno della Commissione Paritetica, abbiamo scritto e concordato le regole che chiudono la vertenza. Per raggiungere questo risultato, che significa far rispettare diritti acquisiti, abbiamo lavorato con la massima determinazione, sia dal punto di vista tecnico che politico. Abbiamo impresso un'accelerata nell’ultimo anno, lavorando giorno dopo giorno con Palazzo Chigi, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze e con la Ragioneria dello Stato, assicurandoci che ci fosse la certezza dello spazio finanziario da parte del Consiglio dei Ministri. Ora la parola spetta al Consiglio Regionale - ha concluso Pigliaru - che ha avuto e ha un ruolo importante in questa vicenda».
Il percorso è iniziato nel 2006, con l'accordo Soru-Prodi che, recepito nella legge296, modificava l'articolo8 dello Statuto riconoscendo alla Regione nuove e maggiori entrate tributarie. Lo Stato riconosce la maggior parte delle entrate spettanti alla Regione con la nuova formulazione statutaria a regime dal 2010, circa 5miliardi ed 800milioni di euro. Durante la precedente legislatura, senza l'approvazione delle norme di attuazione, la vertenza era rimasta aperta per alcune entrate sulle quali non si era individuato un metodo condiviso di quantificazione e cioè Ires maturata, giochi, riserve matematiche, redditi di capitale, che oggi vengono pienamente riconosciute. Questo garantisce sicurezza sulle entrate finora controverse, circa 130milioni di euro all'anno, ed il riconoscimento di tutti gli arretrati, 900milioni, di cui 300 già versati a gennaio. Altro importante risultato è che lo Stato non potrà tenere per se le riserve erariali della Sardegna per fare cassa, se non in casi di eventi eccezionali ed imprevedibili, un terremoto per esempio, che rendano necessario ricorrere a risorse straordinarie.
«Avevamo proposte concrete, il supporto delle norme compresa la sentenza della Corte costituzionale del 2012 e un Governo disponibile a dialogare con noi. Sono tutti ingredienti (la tecnica, la politica e le norme), che sono servite a portare a casa il risultato - sottolinea l'assessore regionale della Programmazione e del Bilancio Raffaele Paci – Poi, è servita molta pazienza per resistere a mesi di contrattazioni dure, ma alla fine abbiamo ottenuto tutto quanto avevamo chiesto, un risultato che premia non la Giunta, ma tutti i sardi e la Sardegna. Lo vorrei ribadire, perché davvero è un risultato storico: la vertenza entrate è chiusa per sempre e in tutte le sue sfaccettature, ci daranno tutti gli arretrati non un euro in meno, ce li pagheranno in quattro anni e non in dieci come volevano. È tutto certo, scritto, certificato».
L'onorevole Francesco Sanna, componente di parte statale, assieme ad Ilenia Ruggiu, della Commissione Paritetica, ha sottolineato che si tratta del secondo risultato ottenuto dalla Commissione, dopo l'approvazione delle norme sulla lingua sarda che hanno trasferito interamente le scelte di politica culturale sulla materia alla Sardegna. Si è soffermato sull'importanza delle modifiche apportate dalla firma dello Statuto nel 2006 e sul valore della «finanza propria della Regione», coordinata con quella dello Stato, l'ex presidente della Corte dei Conti Mario Scano, componente della Commissione Paritetica per la Regione assieme ad Alessandro De Martini, che ha ribadito la rilevanza del confronto serrato avuto con il Governo per chiudere nella maniera più soddisfacente possibile un testo che mette un punto fermo a una vicenda pluriennale.
Nella foto: il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru
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