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Alguer.itnotiziesardegnaOpinioniEnogastronomiaUe sostiene l´olio tunisino e danneggia il sardo
Salvatore Cicu 26 gennaio 2016
L'opinione di Salvatore Cicu
Ue sostiene l´olio tunisino e danneggia il sardo
<i>Ue sostiene l´olio tunisino e danneggia il sardo</i>

L’Europa rafforza il commercio della Tunisia e nel mentre affossa le migliori produzioni della nostra regione. Non ci sono le condizioni per appoggiare in alcun modo un regolamento che va contro le eccellenze dell’olio prodotto dalle nostre economie locali. Continuo a sostenere una linea di netto rifiuto rispetto a decisioni che marginalizzano le vocazioni produttive della Sardegna, dove le imprese hanno già sopportato grossi danni prodotti dagli effetti devastanti della xilella, e che ora, con il provvedimento della Commissione, vengono minacciate pericolosamente.

Il rischio è quello di mettere in ginocchio realtà produttive che rappresentano le migliori risorse dei nostri territori. Non si può far passare la difficile situazione che la Tunisia sta affrontando in questi mesi, come un modo per sacrificare le nostre aziende. Oggi, l’Europa, e chi vota a favore di questa decisione, si sta assumendo la responsabilità di indebolire le migliori eccellenze dell’economia italiana. Parliamo di un Regolamento finalizzato principalmente all'istituzione di un sistema di tariffe che agevolano le esportazioni tunisine e depotenziano il potere di mercato delle nostre imprese. In questo modo si promuove un sistema di cooperazione commerciale sbilanciato e dannoso per l’intero comparto agricolo italiano.

Oggi la Tunisia importa a tasso zero ben 56 700 tonnellate di olio d'oliva. Il nuovo regolamento istituirebbe un contingente supplementare di altre 35 000 tonnellate per due anni, prorogabili per successivi altri due. Questo significherebbe che i nostri mercati sarebbero invasi da un olio che causerebbe per ovvie ragioni il crollo del prezzo, e come conseguenza una pericolosa e ulteriore flessione di un settore già in profonda crisi. Di fronte a una prospettiva come questa abbiamo il dovere di negoziare equilibri diversi, che non intacchino il valore delle nostre produzioni, ma che promuovano politiche di compensazione e di incentivo verso un sistema europeo che crei vantaggio e slancio per le aziende esistenti.

*eurodeputato del PPE
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