S.A.
17 aprile 2016
Sardegna ultima per nascite A Cagliari saldo negativo
Da 3,8 figli per donna nel 1952 a 1,1 nel 2015, dato peggiore su scala nazionale. Sono i dati sulla natalità e sullo spopolamento diffusi durante il tredicesimo Congresso regionale delle Acli

CAGLIARI - Negli ultimi 60 anni la Sardegna ha registrato un clamoroso tracollo passando dal migliore al peggiore risultato in Italia: da 3,8 figli per donna nel 1952 a 1,1 nel 2015, dato peggiore su scala nazionale. Sono i dati sulla natalità e sullo spopolamento diffusi durante il tredicesimo Congresso regionale delle Acli, nel seminario arcivescovile a Cagliari, che ha lanciato l'allarme con la necessità di aiutare la famiglia.
E' cresciuta l'età delle madri sarde al primo nato (32,4 anni, nel 1995 era 30,5) così come il numero delle coppie senza figli. Complessivamente, nell'Isola, il tasso di natalità è ormai sotto il 7 per mille (6,9, dati Svimez) mentre l'indice di mortalità supera il 9 per mille. Le Acli hanno registrato che, nel 2015, in ben 304 comuni su 377 (l'80,6%) il saldo naturale della popolazione è stato negativo. Il fenomeno ha riguardato soprattutto i piccoli paesi interni, falcidiati dallo spopolamento, ma non ha risparmiato del tutto le città più grandi.
Anche a Cagliari, per esempio, nel 2015 il saldo tra i nati e i morti è stato negativo (-891 unità) ma la popolazione complessiva è di poco aumentata solo col contributo degli immigrati (+1.319, dati dell'Atlante demografico del Comune). Anche il saldo migratorio, tuttavia, è ormai negativo in tanti paesi della Sardegna. In 225 comuni su 377 (circa il 60%) gli emigrati superano gli immigrati: si tratta soprattutto dei piccoli centri delle zone interne, dove la cicogna non arriva, i giovani scappano e neppure l'arrivo degli stranieri sembra capace di scongiurare una lenta estinzione.
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