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Mariangela Pala 21 aprile 2016
Porto Torres: «porto turistico in totale stato di abbandono»
Il presidente della Confederazione generale artigiani Angelo Angius, denuncia lo stato di assoluto abbandono in cui versa lo scalo turistico del porto commerciale che dal mese scorso non usufruisce dell’erogazione dei servizi contrattualmente previsti a favore dei diportisti: dall’acqua all’energia elettrica, dalla pulizia delle aree all’illuminazione
Porto Torres: «porto turistico in totale stato di abbandono»

PORTO TORRES - Sotto i riflettori dei media la città continua a perdere punti per il degrado e l’incuria. Buste di spazzatura nel piazzale adiacente al cantiere navale, la club house in stato di abbandono con i rifiuti depositati sulla porta che fanno da cornice e i servizi pubblici in condizioni igienico sanitarie precarie. Si presenta così il porto turistico lasciato dallo scorso 31 marzo dall’associazione temporanea d’impresa Ars-Marina Turritana, dove cittadini indignati pubblicano foto, per sfogo, per rabbia, per denuncia, per cercare soluzioni.

«Come organizzazione di categoria denunciamo fortemente il danno economico che stanno sopportando una ventina di imprese che, direttamente o indirettamente, traevano reddito dall’indotto generato dalla gestione del porticciolo turistico di Porto Torres». Il presidente della Confederazione generale artigiani Angelo Angius, denuncia lo stato di assoluto abbandono in cui versa lo scalo turistico del porto commerciale che dal mese scorso non usufruisce dell’erogazione dei servizi contrattualmente previsti: dall’acqua all’energia elettrica, dalla pulizia delle aree all’illuminazione, guardiania, segreteria, ormeggio, e tutti quelle prestazioni previste nel contratto a favore dei diportisti che avevano scelto gli ormeggi del porto turistico.

«La nostra società restituirà le somme già pagate e gli ormeggi contrattualizzati oltre il 31 marzo – c’è scritto nell’avviso ai naviganti firmato dal rappresentante legale dell’associazione, Michele Fanelli – e reclamerà gli importi dovuti per le imbarcazioni ormeggiate che non avevano ancora rinnovato il contratto d’ormeggio». Una circostanza che sembra non avere soluzione ma che mette in serio allarme alcune associazioni di categoria. La Cna «è altresì preoccupata per il perdurare di questa situazione e chiede a tutti gli enti interessati di attivarsi per una tempestiva soluzione del problema. Se non si dovesse intervenire con urgenza - aggiunge Angius - si corre il serio pericolo che il porto di Porto Torres venga escluso, anche per le prossime stagioni, dalla programmazione del diportismo turistico nazionale e straniero».

Le capacità di intervento dei soggetti interessati testimonia che «oggi siamo all’improvvisazione più totale ed è solo grazie alla buona volontà di qualcuno che si allevia il disagio dei pochi turisti in transito, fornendo loro un minimo di servizi indispensabili per l’approdo della propria imbarcazione», accusa la Cna. Lo spazio destinato al parcheggio ed alla reception è colmo di rifiuti di ogni genere, i servizi igienici sono privi di acqua e energia, ma utilizzati da qualche malcapitato, le erbacce si sostituiscono agli addobbi floreali che erano presenti nei giardini del pennello.

«Nei vari programmi amministrativi, la nautica da diporto è descritta come fosse una ricetta da prescrivere come antidoto per combattere la crisi dilagante che imperversa nel nostro territorio. Una sorta di “panacea di tutti i mali” - afferma il presidente della Cna - da usare come specchietto per le allodole. Salvo poi tenere in completo stato di abbandono un fiore all’occhiello come il porticciolo turistico di Porto Torres». Una denuncia che non può essere minimizzata da chi amministra, tantomeno dagli enti preposti.

«È deprimente assistere al decadimento di un opera pubblica che è costata fior di milioni alle casse della Regione Sardegna e che, per la sua realizzazione, si sono spese le amministrazioni Turritane del passato, al fine di dare una risposta alla sempre crescente richiesta di posti barca e servizi nautici in genere, oltre che avviare una scommessa di prospettiva economica derivata da settore in piena espansione». Ancora di più la Cna ritiene che non sia concepibile l’assenza totale di sensibilità imprenditoriale nei confronti della società di gestione della struttura, che è stata praticamente costretta ad alzare bandiera bianca, per non essere riusciti a rimuovere quei cavilli burocratici che hanno determinato questa vergognosa situazione.

«Una situazione paradossale, - la definisce Angelo Angius - da una parte un’impresa locale che fa investimenti per migliorare la struttura affidatele in concessione, dall’altra le pubbliche amministrazioni che invece di attivarsi per rimuovere gli ostacoli li creano». La forte preoccupazione per il perdurare di uno stato insostenibile induce la Cna a chiedere a tutti gli enti interessati di attivarsi per una tempestiva soluzione del problema, e si dichiara pronta a mettere a disposizione la propria organizzazione «per dare un contributo alla risoluzione di queste gravi criticità, anche perché da sempre crede che la nautica da diporto sia veramente un settore su cui credere ed investire sia in termini economici che sociali».
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