A.B.
15 giugno 2016
Minacce con pistola, prete antigay a giudizio
I fatti risalgono al 15 novembre 2014, quando don Massimiliano Pusceddu, il 40enne parroco di Vallermosa voleva difendere una parrocchiana tradita da marito

VALLERMOSA - Non si sono ancora placate le polemiche per la sua predica anti-gay, che don Massimiliano Pusceddu, parroco 40enne di Vallermosa, torna sulle pagine dei giornali. Infatti, il sacerdonte è stato rinviato a giudizio dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Cagliari con l'accusa di lesioni personali, minacce e porto di pistola per fatti risalenti al 15 novembre 2014. Il sacerdote avrebbe minacciato il marito di una sua parrocchiana che gli aveva confessato alcuni presunti problemi di coppia: temeva che l'uomo la tradisse.
Accogliendo le richieste del pubblico ministero Emanuele Secci, il giudice Giuseppe Pintori ha deciso che il prete (difeso dall'avvocato Francesco Olla) dovrà comparire il 4 novembre per essere processato dai giudici della seconda sezione. Il parroco è accusato di aver colpito con violenti schiaffi un 45enne di Elmas, procurandogli una cervicalgia post traumatica. E per rendere più incisivo il suo intervento, avrebbe estratto da sotto l'abito talare una pistola a tamburo, posandola su un tavolino. Da qui, la contestazione di minacce e porto di una Smith & Wesson calibro 38. Con lui andrà a giudizio anche lo stesso marito, accusato di violenza privata, ed un 40enne di Vallermosa, accusato di concorso in lesioni.
Stando a quanto riportato dall'agenzia di stampa Ansa, il 45enne di Elmas avrebbe impedito il funzionamento dell'apertura elettronica del cancello della sua azienda e, impugnato un coltello, minacciato il sacerdote ed il suo sodale che volevano entrare. Fondatore della gruppo Gli apostoli di Maria, già conosciuto in Sardegna per la sua passione per il pugilato, don Massimiliano Pusceddu è finito in questi giorni al centro di aspre polemiche per la sua predica contro gli omosessuali, nei confronti dei quali (citando la lettera di San Paolo ai Romani) aveva ipotizzato la morte spirituale. Invettive poi rimarcate in un'intervista alla trasmissione “La Zanzara”, di Radio24, condotta da Giuseppe Cruciani.
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