Il popolo del forum si mobilita in previsione dell’impatto con il pacchetto Bersani: in merito alla liberalizzazione delle autorizzazioni per i pubblici esercizi il dibattito è ancora acceso. Punti condivisi la garanzia di servizi adeguati a cittadini e turisti e la continuità di un progetto di sviluppo di alta qualità del comparto turistico-ricettivo
ALGHERO – Stanno provocando malumori in tutta Italia. Ma stanno anche ricevendo il plauso dei consumatori. Contrastate dai dipendenti, accettate con riserva dalle organizzazioni di categoria, approvate con un filo di polemica dalla sinistra radicale. Sono le liberalizzazioni, l’ormai conosciuto “pacchetto Bersani” che da mesi sta destabilizzando l’ambiente aziendale in diversi settori. Benzina, farmaci, taxi, assicurazioni, ricariche dei cellulari, ma anche le licenze per l’apertura di pubblici esercizi. Le “lenzuolate” di Bersani da Roma sono arrivate anche in città, e in seguito alle dichiarazioni dell’assessore allo sviluppo economico Ninni Piccinelli apparse sulle pagine de “La Nuova Sardegna”, il dibattito si è infiammato nel
forum di alguer.it, dove si sono succeduti diversi interventi intorno a quello che è stato definito un vero e proprio“Terremoto nel mercato”.
Giù prezzi e qualità. Il primo a intervenire sull’argomento è stato Tonino Alfonso, che ha dato una prima immagine di quello che potrà essere il panorama della ristorazione in città una volta recepite le norme previste dalla riforma Bersani: licenze libere, nuovi bar e nuovi ristoranti, maggiore concorrenza e prezzi calmierati, ma di conseguenza la città andrà incontro, secondo Alfonso, a una riduzione della qualità. Sulla stessa scia Gianni Sau, che mette però dei paletti a quella che potrebbe divenire una liberalizzazione selvaggia: saranno necessarie, come spiega Sau, garanzie di professionalità e di idoneità del servizio, in modo da garantire ai consumatori non solo prezzi più bassi, ma anche una competenza e una responsabilità da parte degli esercenti che siano attestate e certificate.
Sì alla concorrenza, ma di alto livello. A difesa della qualità del servizio è sceso in campo anche Enrico Daga, che da operatore del settore è, seppur di riflesso, interessato dall’invasione delle nuove licenze. Daga ha richiamato un piano di sviluppo che segni la rotta che dovrà prendere l’offerta turistica cittadina: no ai bar e ai distributori di birrette dell’ultim’ora, no a un offerta disomogenea e disordinata. L’immagine complessiva della città deve essere votata all’aumento della qualità dei servizi, ha spiegato Daga, e proprio le strutture della ristorazione assumono in questo senso un ruolo di prim’ordine. Dunque ben vengano le liberalizzazioni, ma all’interno di un progetto di sviluppo del comparto concertato con le associazioni di categoria e con le istituzioni locali. Nelle critiche alla liberalizzazione sregolata non bisogna però vedere un difensivismo corporativo, hanno detto quasi all’unisono Daga e Sau: «I professionisti non temono la concorrenza – dice Sau – ne traggono solo vantaggio». Ma che sia concorrenza di qualità, ha chiarito Daga.
Concertazione con le istituzioni. Intanto anche l’Assessore Piccinelli, ha chiarito la posizione del comune: per il momento si pensa semplicemente a recepire le normative nazionali e regionali, che prevedono esplicitamente un confronto con le associazioni di categoria prima di approntare la rivoluzione Bersaniana. Fulcro della questione diventa così il centro storico, a rischio “cannibalizzazione” dalla nouvelle vague di bar e ristoranti. Gianni Sau, d’accordo con Daga, sottolinea: bisogna tutelare la città vecchia, come bisogna tutelare lo sviluppo di tutta la città. Il forum sembra essere unanimemente d’accordo all’approntamento di una fase di concertazione con il comune, anche se l’assessore Piccinelli, sentito dalla redazione, ha avvertito: «Concertazione non significa accettare a priori tutto quello che viene proposto».
Un po’ di autocritica. Un altro tassello importante lo mette a posto Gianluca Carboni, che prefigura come l’arrivo delle liberalizzazioni significherà la fine delle compravendite delle licenze, e finalmente farà emergere la creatività imprenditoriale, con un offerta che vedrà premiata qualità e originalità del servizio. Con un panorama così vasto di servizi, ha spiegato Carboni, saranno direttamente i consumatori a scartare i locali più scadenti, anche se per fornire un’informazione utile agli utenti sarebbe ideale classificare e catalogare entro parametri precisi le varie attività che nasceranno in seguito alla lenzuolata. Da qui ancora Daga è intervenuto a segnare differenze endemiche anche all’interno di uno stesso comparto: basterà un magazzino, o un sottoscala, o magari anche un’abitazione privata, magari ben localizzata, per riuscire ad aprire un’attività, con il rischio di vanificare un’operazione di lunga portata che le varie attività in essere cercano di indirizzare verso un’immagine e un’offerta turistica di alto livello. Proprio a proposito degli esercizi in attività Alfonso ha chiarito come si debba tenere in conto che anche oggi diversi esercizi posizionati in luoghi strategici non rendono certo onore alla città e alle mura che li ospitano. Alfonso ha tuttavia sottolineato come, a fronte di esempi negativi, la città possa vantare anche esercizi qualificati e specializzati come offerta e come target di riferimento.
Nuovi parametri e nuove soluzioni. Proprio per garantire un’uniformità della qualità dei servizi bisognerà provvedere a una struttura formativa adeguata: è nuovamente Gianni Sau a mettere bene in chiaro che l’apertura delle licenze dovrà essere accompagnata da un centro di formazione di operatori professionisti. L’istituto Alberghiero, ha aggiunto Sau, non aspetta altro. Alla fine un’altra proposta, di Gianluca Carboni: identificare un paradigma principale in senso normativo, che selezioni attentamente le nuove strutture, ma insieme anche una guida impostata secondo canoni riconosciuti, alla quale bar e ristoranti potranno aderire liberamente, un circuito di garanzia certificata da proporre a turisti e cittadini. «Probabilmente si assisterà non solo alla nascita di nuove attività – conclude Carboni – ma anche al necessario rinnovamento di alcune di quelle esistenti, con indubbio vantaggio per tutti i consumatori». La città, insomma, sta iniziando a muoversi: il forum di alguer.it dimostra come agli algheresi stia a cuore il futuro della città. In attesa di vedere operativi gli effetti delle “lenzuolate”, i progetti e le idee lanciate sul forum potranno anche diventare, in tempi non troppo lontani, una vera e propria proposta per lo sviluppo dell’offerta dei servizi della Riviera del Corallo.