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Umberto Borlotti 2 agosto 2016
L'opinione di Umberto Borlotti
L´aeroporto di Alghero e il caso Ryanair
<i>L´aeroporto di Alghero e il caso Ryanair</i>

Pur avendone ben motivo chiarisco che la mia opinione non è assolutamente influenzata da fatti personali, ma da oggettive e documentate situazioni e un’esperienza decennale su questo argomento.
Quando iniziammo la ormai nota avventura Ryanair il ruolo proattivo della Sogeaal fu determinante per far accettare questo innovativo progetto di mobilità per residenti e turisti verso la nostra isola e questo impegno risultò impegnativo e travagliato. Tutti i giorni occorreva combattere a muso duro contro importanti esponenti della politica regionale, qualche deputato del territorio, rappresentanti della imprenditoria turistica locale e della ex compagnia di bandiera.
Il progetto decollò anche grazie alla determinazione dell’allora Presidente e Sindaco di Alghero Prof. Tonino Baldino, che tenacemente riuscì a convincere e coinvolgere la Presidenza della Regione e in cascata gli Enti locali del territorio.

Il Prof Baldino coraggiosamente, in qualità di Presidente a titolo gratuito, firmò il primo contratto da me predisposto con il vettore irlandese, attivando il collegamento con Londra e fidandosi dell’impegno verbale, successivamente onorato, del presidente della R.A.S. On Pili, forte sostenitore del progetto, di assegnare le somme necessarie per la copertura dei primi costi di co-marketing. Oggi guardandomi intorno mi viene in mente una celebre frase di Totò “al mondo esistono uomini, omuncoli e quaquaraquà” Lo scenario è tristemente cambiato e la Società di gestione che, oltre ai compiti legati alla sicurezza e gestione dello scalo, dovrebbe avere un ruolo proattivo per lo sviluppo del territorio sembra essere entrata in una fase di stallo e attende che altri risolvano i suoi problemi. Io credo non debba essere così.
E non mi si venga a dire la vomitevole frase “stiamo lavorando in silenzio pancia a terra”.

La società ha un Presidente che con un appannaggio di 100.000 Euro all’anno non si espone, non rischia e interviene solo per congratularsi con sé stesso per gli ottimi risultati dei bilanci le cui abbondanti perdite sono sempre attribuite a fattori esogeni e mai a responsabilità dirette del management nella gestione aziendale pur avendo ottenuto - dal 2010 - integralmente i finanziamenti per il supporto ai Low-Cost e nonostante ciò aver reso necessaria per la sopravvivenza una ricapitalizzazione di oltre 10 milioni di Euro e da qui la privatizzazione). Dimenticavo, qualche volta firma i comunicati stampa.

Un Management che ha completamente fallito nella riorganizzazione economica e finanziaria sbandierata - nel 2010- come obiettivo primario, che ha portato al contrario la società al rischio di fallimento, che non ha portato innovazioni significative nello scenario dei vettori aerei, che ha compromesso le relazioni sindacali e che ha vinto il record nazionale per le spese legali sostenute e da sostenere inutilmente.
Un Management che ha predisposto un piano industriale, segreto a tutti - forse anche al Presidente della società- che ritengo debba essere invece primariamente condiviso con le Autorità locali, con i Sindacati e con il comparto commerciale al fine di rendere noto quali siano i progetti di sviluppo del nostro scalo.

Un management nominato dal Centro destra di Comincioli/Cappellacci/Oppi/Tilocca e confermato dal Centro Sinistra di Pigliaru/Deiana/Tilocca; sicuramente per meriti. In questo contesto per l’ennesima volta la Commissione Europea, come ampiamente previsto, sancisce che il binomio RAS-Sogeaal può operare con i vettori secondo il principio dell’investitore privato e non necessariamente attenendosi alle norme che regolano gli Aiuti di Stato smentendo clamorosamente tutte le critiche mosse dagli attuali vertici societari sulle scelte fatte nel passato dalle precedenti gestioni. Questa leva è una grossa opportunità proprio per il fatto che la Sogeaal è di proprietà della Regione Sardegna e la stessa si perderebbe in caso di privatizzazione.
La privatizzazione della Sogeaal (non obbligatoria) e di cui occorrerebbe capire meglio le vere motivazioni, sta registrando tempi biblici per la sua definizione; essa di per sé non è un male assoluto, ma è indispensabile che tutti gli attori del territorio -stakeholder- conoscano in anticipo le intenzioni decennali del soggetto privato candidato e ne condividano le progettualità.

Ma per gli operatori aeroportuali la privatizzazione della Sogeaal è già avvenuta perché essa è ormai diventata una azienda personale di due persone: del Direttore Generale della società e dell’Assessore Regionale dei Trasporti (amici di vecchia data) che come dal famoso detto “ne fanno più di Bertoldo in Francia”. Ma questa privatizzazione perché è così urgente: perché la Regione si vuole liberare di Alghero? perché siamo l’osso della polpa dell’aeroporto di Cagliari? Perché Olbia vuole accentrare tutto il traffico del nord Sardegna? Per un importante sviluppo turistico/immobiliare del territorio? Perché si vuol far divenire Alghero l’aeroporto più importante del Nord? Perché si vuol far divenire Alghero l’aeroporto meno importante della Sardegna?
Qualcuno dovrebbe rispondere. Oggi la Giunta Regionale ha deliberato un ennesimo disegno di legge per una ricapitalizzazione virtuale e parziale della società i cui effetti si concretizzeranno solo in caso di offerta da parte di un privato. Questo vuol dire che in caso di mancata offerta la Sogeaal è tecnicamente fallita.

Come negli anni 2000 ancora una volta il Sindaco è chiamato a tutelare gli interessi della comunità che rappresenta e, al di là delle strumentalizzazioni politiche, concordo pienamente con la battaglia azionata dal Sindaco di Alghero per evitare che questo territorio subisca una violenza inaudita e utile solo ad altri, ma ritengo che le responsabilità principali non risiedano solo a Cagliari, ma anche al Nuraghe Biancu dove gli attuali Amministratori sono gli attori principali. Infine, e non ultimo, penso che l’Assessore dei Trasporti, così vicino ai vertici della Fondazione del Banco di Sardegna, intervenga presso gli Istituti di credito per evitare che le piccole aziende coinvolte in questo dissesto economico ormai conclamato siano chiamate a breve a ripianare gli scoperti dei Conti Correnti patendo lacrime e sangue.

*Già direttore generale Sogeaal



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