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Lega per l'Abolizione della Caccia,
Gruppo d'Intervento Giuridico e Amici della Terra
Stefano Deliperi 18 novembre 2003
Cinghiali a Porto Conte, le soluzioni ci sono
Interventi utili possono essere la creazione di alcuni punti di "rifornimento alimentare" e di acqua all´interno del parco trasferimento di esemplari in eccesso in altre zone del territorio regionale
Cinghiali a Porto Conte, le soluzioni ci sono

Da qualche tempo si susseguono le notizie relative alle "escursioni" prevalentemente notturne di Cinghiali nelle zone agricole di Porto Conte, Maristella, Fertilia e della Nurra di Alghero. Proteste da parte degli agricoltori, qualche "rimedio" piuttosto drastico (recinzioni elettriche), alcuni bracconieri (sorpresi sul fatto e denunciati dai Carabinieri) e tanta rabbia. Innanzitutto si deve ricordare che una sensibile oltre che visibile presenza faunistica rappresenta una ricchezza del territorio sia sotto il profilo ecologico-ambientale che sotto il profilo turistico, cioè sul piano della primaria fonte di reddito algherese. E´, poi, il caso di riflettere sulle cause e di proporre delle soluzioni. In primo luogo appare necessario che l´Ente di gestione del parco naturale regionale "Porto Conte" (azienda speciale del Comune di Alghero che finora ha brillato per la sua totale . "assenza di gestione") promuova un corretto censimento scientifico delle principali specie faunistiche dell´area (non soltanto del Cinghiale, ma anche del Daino, ecc.): in caso di sua perdurante latitanza, deve essere l´Assessorato regionale della difesa dell´ambiente a svolgere tale fondamentale compito conoscitivo. Tuttavia non dovrebbe essere azzardato ritenere che le cause principali siano l´insufficienza delle risorse alimentari da un lato e l´aumento numerico dall´altro.
Interventi sicuramente utili possono essere rappresentati dalla creazione di alcuni punti di "rifornimento alimentare" e di acqua all´interno del parco naturale "Porto Conte". Interventi successivi, quali ad esempio il trasferimento di esemplari in eccesso in altre zone del territorio regionale con assenza o bassa densità di Cinghiali, possono essere adottate soltanto al termine del necessario censimento scientifico. L´apertura della caccia sotto le forme più "ecologiche" e "sostenibili" oggi tanto di moda quanto attraversate da una sottile ipocrisia, cioè "abbattimenti selettivi" o "caccia riservata ai residenti", è un´ipotesi assurda quanto controproducente perché non si deve andare a caccia dentro aree protette e, comunque, non si interviene sulle cause.
Ulteriore aspetto non secondario è rappresentato dal risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica ed effettivamente subiti dagli agricoltori: l´art. 15 della legge n. 394/1991 e successive modifiche ed integrazioni (legge quadro nazionale sulle aree protette) prevede che siano gli Enti gestori dei parchi a fornire i risarcimenti dietro specifico regolamento. Nel caso di assenza di regolamento (come per il parco "Porto Conte") e di aree protette regionali, comunque, in via generale per i danni in campo agricolo provocati dalla fauna selvatica deve provvedere la Regione autonoma della Sardegna, ai sensi dell´art. 59 della legge regionale n. 23/1998. Le richieste di risarcimento, quindi, vanno indirizzate all´Assessorato regionale della difesa dell´ambiente, il quale - quando inizierà a riceverne parecchie - forse si sveglierà dal pluriennale torpore e si renderà conto dell´assoluta mancanza di attività dell´Ente gestore del parco naturale "Porto Conte". Un´area protetta di straordinario valore assediata da abusivismo edilizio ed inquinamenti vari e non indicata neppure da uno straccio di cartello...



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