Sono già duemila le firme contro la chiusura della ferrata del Cabirol, la mitica via ferrata a picco sul mare nel promontorio di Capo Caccia. In una petizione si chiede al sindaco di Alghero di attendere l'esito delle perizie
ALGHERO - Sono già duemila le firme contro la chiusura della ferrata del Cabirol, la mitica via ferrata a picco sul mare nel promontorio di Capo Caccia. Per ora non ci sono atti ufficiali ma la serrata potrebbe essere vicina [
LEGGI]. Per scongiurarla gli appassionati di turismo sportivo hanno diffuso una petizione dove si rivolgono direttamente al sindaco Mario Bruno e lo invitano «a considerare in maniera approfondita la questione della fruibilità della via ferrata del Cabirol, quantomeno aspettando gli esiti delle perizie commissionati dalla Procura, agli esperti dei Vigili del Fuoco».
«Una dichiarazione di pericolo per l'incolumità pubblica, relativa alla via ferrata del Cabirol, rischia di essere un boomerang, rendendo di fatto vietata anche la sottostante zona della Scala del Cabirol e l'accesso alla Grotta di Nettuno, nonché tutte le attività nautiche e di immersione subacquea, nella zona sottostante» si legge nel documento dove si spiega come da diversi anni «sia in atto una campagna che mira a vietare attività sportive in zone di particolare pregio ambientale e turistico, come Capo Caccia ed altre».
All'origine i tutto ci sarebbero le numerose segnalazioni inoltrate dalle associazioni ambientaliste alle autorità competenti. Qualche tempo fa erano stato il Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus e Mountain Wilderness Italia a rivolgersi al Prefetto [
LEGGI], e poi all'Ue [
LEGGI], segnalando il presunto pericolo della Via Ferrata del Cabirol e di alcuni itinerari di arrampicata sportiva presenti all’interno del Parco Regionale di Porto Conte.
La petizione fa riferimento alle potenzialità del "turismo attivo" come «uno dei settori trainanti del turismo destagionalizzato, in tutta Europa, con numeri in costante crescita e muove svariati miliardi di euro in tutto il mondo. Tra queste attività ad Alghero ha preso piede, grazie alle iniziative di privati, le attività di arrampicata sportiva e di via ferrata, che richiamano migliaia di appassionati da ogni dove, ogni anno. Ultimamente questa attività, nata spontaneamente grazie a diversi amanti degli sport outdoor, ha visto persino nascere un parco avventura, che replica tali scenari e permette a chiunque di provare tali attività».
In difesa delle attività, i firmatari ricordano a Bruno che il Corpo Nazionale del Soccorso Alpino, svolge «regolari esercitazioni di addestramento su quella via ferrata» e gli chiedono di andare oltre «un malinteso ambientalismo integralista, che vorrebbe vedere l'uomo lontano dall'ambiente naturale, vietandogli ogni contatto o attività, impattante o meno, sostenibile o meno, si sta cercando di fare di Capo Caccia e delle falesie del Cabirol, una riserva integrale». E concludono: «Alghero, la Sardegna, noi tutti appassionati abbiamo ricevuto un incredibile regalo, bello, sicuro ed emozionante e a disposizione di tutti. E questo evidentemente a qualcuno non sta bene. Non sia il Sindaco ricordato perché ha chiuso le attività turistiche a Capo Caccia».