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Red 14 febbraio 2017
False fatturazioni per oltre un milione a Capoterra
I militari del Gruppo della Guardia di finanza di Cagliari hanno sequestrato beni per un valore superiore ai 250mila euro di un imprenditore di Capoterra, tra depositi bancari, beni immobili, autoveicoli e conti correnti
False fatturazioni per oltre un milione a Capoterra

CAPOTERRA - Sequestrati dai militari del Gruppo della Guardia di finanza di Cagliari beni per oltre 250mila euro, consistenti in depositi bancari, beni immobili, autoveicoli e saldi di conti correnti, nei confronti di un imprenditore di Capoterra che, avvalendosi di due società (una delle quali di diritto inglese) pare avesse posto in essere un sofisticato sistema di frode all’erario. Le indagini, coordinate da Andrea Massidda, sono partite dagli esiti di una verifica fiscale nei confronti di una società con sede a Sestu ed operante nel settore della costruzione di impianti aeroponici industriali.

Gli investigatori delle Fiamme gialle hanno cosi’ potuto constatare l’emissione di fatture soggettivamente inesistenti per 1,4milioni di euro ed un’evasione dell’Iva per oltre 250mila euro. Lo schema di frode adottato, nella sua apparente semplicità, era ben articolato e finemente congegnato: l’amministratore unico della società verificata aveva dapprima provveduto a costituire nel Regno unito un’azienda con il medesimo oggetto sociale di quella italiana ricorrendo ad un servizio di “company secretary”, che fornisce, tra le varie opzioni, anche quello di “registered office” (sede legale). In realtà, gli investigatori hanno potuto appurare che la società di diritto inglese era a tutti gli effetti una “scatola vuota”, priva, cioè, di qualsivoglia struttura operativa.

Nel meccanismo fraudolento, la stessa fungeva unicamente da società cui intestare fittiziamente le operazioni commerciali (cessioni di beni e prestazioni di servizi), effettuate in realtà dall’azienda cagliaritana nei confronti di varie imprese nazionali con sede nel centro-nord della Penisola. Questa interposizione fittizia ha consentito all’imprenditore italiano di evadere il fisco, trasferendo ingenti ricchezze all’estero, beneficiando anche, illeggittimamente, di un regime tributario più agevolato. Le indagini, durate più di sei mesi, si inseriscono nell'ambito delle attività che la Guardia di finanza quotidianamente svolge a tutela degli interessi finanziari del Paese, dell’Unione europea e della sicurezza economico finanziaria della collettività.
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