Red
26 febbraio 2018
Antibracconaggio in azione nel Cagliaritano
Gli uomini del Corpo forestale sono intervenuti a Molentargius e nella zona dei Sette fratelli. Prosegue il contrasto alla vendita della selvaggina a 200euro al chilogrammo

CAGLIARI - Mettono in commercio volatili, spesso congelati, a 200euro al chilogrammo. Circa 80-100euro per otto uccelli, la cui parte edibile complessiva pesa meno di 400grammi, considerata la media di 70grammi di peso per un tordo vivo: questo il prezzo di vendita deciso dai bracconieri a danno dei consumatori o perché si tratta di animali surgelati e non freschi o perché storni privati di becco e zampe che vengono spacciati per tordi. Un'attività illecita contrastata dagli agenti del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, intervenuti in questi giorni coordinati dall'Ispettorato di Cagliari in due diverse operazioni nell’ambito piano antibracconaggio 2018.
Due gli uomini sorpresi nella zona dei Sette fratelli. Il personale della Stazione di Muravera ha colto in flagranza di reato un 50enne di Burcei mentre esercitava l'uccellagione in località Su Accu'e Gattus. Durante le operazioni di controllo e le perquisizioni, i forestali hanno trovato e sequestrato diversi volatili fra tordi e pettirossi, già spennati, congelati e pronti alla commercializzazione al mercato nero. Sono state trovate diverse trappole, alcune delle quali già posizionate in campagna. Invece, un agricoltore di Maracalagonis è stato sorpreso dal personale della Stazione di Campu Omu in flagranza del reato di uccellagione a Sinnai, in località Barisoni. Aveva con se un merlo e sono state trovate e sequestrate quarantotto trappole a scatto e nove a bacchetta. Con la perquisizione domiciliare, sono state trovate alcune munizioni da caccia detenute illegalmente. A Molentargius, un drone ha supportato la ricognizione degli agenti della Stazione forestale di Cagliari, con la collaborazione della Lipu. La visione dall’alto ha consentito di individuare le postazioni utilizzate da bracconieri per catturare gli storni. Sono state recuperate due reti della grandezza di 30x5metri l'una e la relativa palizzata che le manteneva in verticale per la cattura di volatili. Inoltre, è stata sequestrata una barca, un coppo ed alcuni sacchi usati per annegare le prede. Nel corso dell’operazione, è stato recuperato un raro esemplare di pollo sultano, morto dopo essere stato intrappolato nelle reti.
Oltre all’elevato prezzo di vendita, il Corpo forestale sottolinea la mancanza di rispetto per l’ambiente e per le condizioni d’igiene. Infatti, il materiale trovato lascia poche perplessità circa la natura professionale dell'attività di bracconaggio, alimentata dal consumo al mercato nero delle cosiddette “tacculas”, cioè di un quantitativo di otto uccelli già cucinati e messo in vendita. Durante le perquisizioni, il personale del Corpo forestale prende ordinariamente atto delle pessime condizioni igieniche dei locali e dell’attrezzatura. Grave il danno per la sopravvivenza delle specie che sono minacciate dalle trappole che catturano, in modo assolutamente non selettivo, qualsiasi specie di avifauna: dai rapaci stanziali alle specie migratorie. Inoltre, i metodi di cattura sono crudeli ed offensivi per la sensibilità verso gli animali. Il Corpo forestale rinnova l’appello a segnalare al numero 1515 chi vende “tacculas” e ricorda che acquistarle significa perpetuare il bracconaggio.
Nella foto: una delle trappole
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