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Red 21 giugno 2018
Operazione Helios: sequestrati 22milioni di euro
Frode al bilancio nazionale per incentivi nel settore delle energie alternative. Eseguito dalla Guardia di finanza di Cagliari un provvedimento di sequestro conservativo della Corte dei conti nei confronti di un’azienda, a garanzia del credito erariale
Operazione Helios: sequestrati 22milioni di euro

CAGLIARI - Il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Cagliari, nell’ambito degli accertamenti condotti sotto la direzione della locale Procura regionale nella sezione giurisdizionale della Corte dei conti, ha eseguito un decreto di sequestro conservativo di beni mobili ed immobili, per oltre 22milioni di euro, emesso dal presidente della sezione giurisdizionale per la Sardegna, nei confronti di un’azienda cagliaritana, che ha indebitamente beneficiato di incentivi pubblici, erogati per l’esercizio di impianti fotovoltaici. Il provvedimento ha riguardato oltre novanta terreni ed anche un credito Iva di oltre 1,5milioni di euro; si tratta, in questo caso, di un credito fiscale maturato e rimborsabile all’azienda, da parte dell’amministrazione finanziaria, ma che, tuttavia, è stato “congelato”, per effetto del sequestro.

L’attività parte da indagini di polizia giudiziaria, svolte dalle Fiamme gialle con il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, che hanno condotto alla scoperta di un articolato meccanismo di frode, connesso alla realizzazione di un impianto industriale di serre fotovoltaiche, dichiarato indebitamente come “strumentale” ad un’attività agricola, con la finalità di accedere a contributi pubblici, erogati da parte del “gestore servizi energetici-Gse” (società a partecipazione pubblica). In definitiva, l’impresa avrebbe percepito contributi pubblici, non dovuti, per oltre 22milioni di euro (dal 2011 al 2015), sottraendo a tassazione 42milioni di euro di base imponibile Ires e 35milioni di euro di Irap. Ne è derivata la denuncia del management e del rappresentante legale alla Procura ordinaria, per i reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e di infedele dichiarazione.

Nel luglio 2015, sono intervenuti i primi provvedimenti cautelari penali, che hanno colpito gli impianti della società in provincia di cagliari ed i profitti ritenuti illecitamente percepiti (con modalità “per equivalente”). Infine, su delega della Procura regionale della Corte dei conti, i finanzieri hanno sviluppato le risultanze penali, eseguendo mirati interventi ispettivi di natura amministrativo-contabile, per ricostruire il danno cagionato all’Erario. Lo scorso anno, sono state segnalate alla locale Procura regionale della Corte dei conti alcune figure di vertice dell’azienda, ritenute responsabili di avere indotto in errore Gse, circa la sussistenza dei requisiti necessari per accedere ai contributi pubblici, ed avere, quindi, cagionato un danno contabile di oltre 22milioni di euro (pari all’importo delle contribuzioni ottenute). Al termine delle attività, è stato emesso il decreto di sequestro conservativo, con cui la Corte dei conti ha inteso “vincolare” il patrimonio societario, a garanzia del ristoro del danno cagionato.
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