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Giuliano Tavera 1 dicembre 2018
L'opinione di Giuliano Tavera
La norma danneggia la spiaggia altrochè tutela
<i>La norma danneggia la spiaggia altrochè tutela</i>

La manifestazione indetta dai balneari di Alghero in questi giorni ha il pieno sostegno del Partito Sardo d’Azione di Alghero. Insieme agli altri partiti della coalizione di centro destra sardista e civica abbiamo sollevato il problema, con due manifestazioni pubbliche, sollecitando l’amministrazione comunale e quella regionale ad affrontare e risolvere un problema le cui soluzioni sono praticabili con il semplice buonsenso. Continuare ad utilizzare il sistema dell’accumulo nel sito di stoccaggio di San Giovanni è sbagliato e dannoso. Quel sito, che doveva essere un luogo temporaneo di stoccaggio, è diventato, invece, il tappeto sotto il quale nascondere un problema che non si è voluto è saputo risolvere. Sin dall’inizio erano evidenti due cose. La prima è che la norma regionale, uguale per tutta la Sardegna, non tiene in nessun conto della particolare condizione della nostra città e delle nostre spiagge urbane. Ad Alghero il fenomeno naturale dello spiaggiamento della posidonia rappresenta una fattispecie che merita di essere trattata, anche a livello legislativo, tenendo conto del suo carattere eccezionale rispetto ad altre località dell’isola.

La seconda, di conseguenza, è che la amministrazione locale avrebbe dovuto attivarsi per fare cambiare la norma e per suggerire ed ottenere, nel frattempo, soluzioni che consentissero di gestire il fenomeno per tempo, senza far ricadere sulle nostre spiagge, sui balneari che vi lavorano, sulle attività turistiche e sui fruitori dei litorali i danni che invece si stanno verificando. Nessuna delle due cose è successa, ed anzi si è giunti adesso al paradosso che l’applicazione di una norma sbagliata oltre a non salvaguardare le spiagge, come avrebbe dovuto, addirittura le danneggia. Come dimostrato in questi giorni grazie all’iniziativa dei balneari, è evidente che il riposizionamento della posidonia dal sito di stoccaggio porta sulle spiagge un materiale fortemente contaminato da rifiuti e plastiche che sarà difficilissimo ripulire. Quindi la posidonia prelevata dal sito di stoccaggio non serve a tutale la spiaggia ma la danneggia mischiando sabbia pulita e posidonia inquinata in un unico ammasso. Alla luce di queste cose anche la tradiva iniziativa del comune per destinare quella posidonia in agricoltura appare irrealizzabile per ovvi motivi; quale agricoltore sarebbe disposto a riempire la propria terra di un materiale così contaminato? E, siamo sicuri, non c’è certo bisogno di un referendum per scoprilo.

Ciò che andrebbe fatto è quindi eliminare e ripulire quel sito di stoccaggio, coinvolgendo la regione per individuare la soluzione di quella emergenza, restituire alla città quel tratto di spiaggia urbana e programmare sin da ora la pulizia delle spiagge per la prossima stagione e così per le stagioni a venire, riportando la gestione del fenomeno alla stagionalità che gli è propria. Tutto questo succede le più assordante silenzio degli ambientalisti nostrani, sempre pronti a criticare ogni cosa meno gli amici al governo. Alghero ha eletto un sindaco che prometteva, anche grazie ai suoi presunti forti rapporti con la regione, di portare a soluzione questo ed altri problemi che invece si sono solo aggravati e moltiplicati. Oggi le tardive dichiarazioni di intenti e la azioni intraprese non risolvono il problema ma, come successo per tutti gli altri, lo aggravano. Anche questa volta il sindaco e la sua giunta si dimostrano isolati dal resto della città, incapaci di ascoltare, di usare il buon senso e, ancora di più, di stare vicini ai nostri imprenditori regolarmente penalizzati e ostacolati nel loro lavoro proprio da chi dovrebbe incoraggiarli e sostenerli.

*segretario cittadino Partito Sardo d’Azione Alghero



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