A.B.
22 novembre 2007
Archeologia: «Un errore l’accorpamento delle sopraintendenze sarde»
Gianfranco Cerasoli, segretario generale Uil “Beni e attività culturali”, commenta negativamente l’idea del Governo di accorpare la sopraintendenza archeologia di Cagliari-Oristano a quella di Sassari-Nuoro

SASSARI - «L’intervento del Segretario Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Proietti sulla validità del disegno organizzativo del MiBac che ha portato all’accorpamento delle Soprintendenza Archeologiche di Cagliari e Sassari ci convince ancor di più dell’errore commesso che avrà gravi ripercussioni sul patrimonio culturale della Sardegna». Questo il primo commento di Gianfranco Cerasoli, segretario generale Uil “Beni e attività culturali”, sulla decisione di accorpare la sopraintendenza archeologia di Cagliari-Oristano a quella di Sassari-Nuoro. Secondo Cerasoli, Proietti, cercando di giustificare una scelta “scellerata” del Ministero, dichiara il vero motivo che ha portato alla scelta di accorpare le due strutture archeologiche della Sardegna, cioè il voler trovare alcuni istituti da sopprimere da un punto di vista della presenza dirigenziale individuati in Sardegna ed in Campania. «Proietti –spiega Cerasoli - non dice che nel momento in cui il Mibac ha stabilito di accorpare realtà territoriali la logica che ha prevalso non è stata quella di privilegiare il territorio bensì di aumentare il numero delle strutture centrali per la creazione di ulteriori posti da dirigenti generali. Rutelli – prosegue il segretario generale Uil - ha perso l’occasione per dimostrare che alle parole devono seguire i fatti, poiché non è possibile sostenere la validità del sistema delle soprintendenze e poi nel caso di una regione come la Sardegna si arriva ad accorparne due con rischi serissimi per l’azione di tutela. Solo un disegno nato nelle stanze di Roma – sottolinea Cerasoli - a cui interessa poco la periferia , poteva immaginare un simile accorpamento che non tiene conto del territorio sardo, delle difficoltà legate alla mobilità nonché degli aspetti organizzativi e logistici legati all’individuazione della città che sarà indicata come sede dirigenziale, sarà Sassari o Cagliari?». L’analisi di Cerasoli prosegue ricordando come, negli anni scorsi, il MiBac abbia deciso di istituire nuove Soprintendenze, come nel caso di Lecce, Parma e Pisa, procedendo in maniera inversa, vale a dire sdoppiando le Soprintendenze esistenti di Bari, Bologna e Firenze. «Certo – spiega il delegato Uil ai “Beni e attività culturali” - si può obiettare che si trattava di Soprintendenze ai Beni Architettonici , ma è chiaro a tutti che il MiBac non può assumere decisioni senza un filo comune, senza un criterio razionale sotto il profilo logico funzionale. Il professor Madau e prima ancora tutti i lavoratori della Soprintendenza di Sassari avevano rappresentato i danni e l’indebolimento dell’azione di tutela della scelta ministeriale. La Uil – conclude - concorda su tali preoccupazioni e ribadisce che l’esigenza di mantenere la riforma del MiBac nell’ambito dell’invarianza della spesa poteva essere conseguita con scelte diverse senza penalizzare il territorio della Sardegna ed in questo caso in particolare quello di Sassari».
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