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Red 24 dicembre 2019
Donazioni e trapianti: gioco di squadra
Incontro all´Ospedale Santissima Annunziata di Sassari con l´associazione Prometeo, un´occasione per rimarcare l´importanza di un gesto prezioso in grado di donare la vita
Donazioni e trapianti: gioco di squadra

SASSARI – Un totale di trentaquattro accertamenti di morte e soltanto tre opposizioni, con un elevato numero di organi prelevati, in crescita rispetto al 2018. Sono alcuni dei dati che sono emersi durante l'incontro “Natale in corsia” e che pongono Sassari ai primi posti per le donazioni. L'incontro, organizzato dal Coordinamento provinciale Prometeo Aitf Odv, con il patrocinio dell'Azienda ospedaliero universitaria di Sassari, al settimo piano dell'Ospedale civile, aveva proprio l'obiettivo di rimarcare l'importanza di un gesto prezioso, in grado di donare la vita.

Un'occasione importante per i componenti dell'associazione che così, è stato sottolineato dal coordinatore dell'incontro Marco Di Battista, hanno fatto presente come la donazione ed il trapianto abbiano segnato per loro una seconda nascita. Ma è stato anche un momento di riflessione, per ricordare i donatori e il loro atto d'amore. E se da una parte è emerso che le donazioni a Sassari sono in crescita, dall'altra è stato messo l'accento su quanto sia fondamentale supportarle. «È importante avere risorse dedicate – ha sottolineato il direttore sanitario dell'Aou Bruno Contu – saranno così necessari sempre più specialisti che dovranno far funzionare l'intera macchina dei prelievi e dei trapianti».

«Le donazioni e i trapianti sono un gioco di squadra – ha detto la coordinatrice locale delle donazioni del Santissima Annunziata Paola Murgia – e a Sassari sta funzionando bene, grazie all'impegno di tutti gli operatori sanitari». «Sassari ha una vera e propria tradizione e non soltanto per le donazioni – ha aggiunto il direttore della Nefrologia dialisi trapianti dell'Aou Maria Cossu – è sempre stata tra i più alti centri e ha rappresentato anche un punto di riferimento per i trapianti di rene, che venivano effettuati per la prima volta proprio trent'anni fa».

Toccanti alcune delle testimonianze portate dai trapiantati e familiari presenti all'incontro. Tante le difficoltà e le sofferenze vissute lungo un percorso, che ha portato i pazienti ad incontrare il loro angelo, il loro “buon samaritano”, che ha donato loro una nuova vita. Come quella che da oltre ventisette anni vive un paziente trapiantato di cuore o una giovane donna trapiantata di rene. «Ognuno di noi – ha aggiunto il cappellano del Santissima Annunziata don Pietro Bussu – deve imparare a essere un chicco che cade nella terra e porta frutto. Ma perché il bene possa continuare a fare il bene bisogna crederci».

Nella foto: un momento dell'incontro
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