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Red 23 aprile 2020
«Entrate da rimodulare, a rischio 76mln»
Vertenza entrate al centro di una mozione presentata ieri dal Gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale: «Il patto siglato tra la Regione autonoma della Sardegna e lo Stato nel novembre 2019 necessita di un’urgente rinegoziazione»
«Entrate da rimodulare, a rischio 76<i>mln</i>»

CAGLIARI - Il patto siglato tra la Regione autonoma della Sardegna e lo Stato nel novembre 2019 necessita di un’urgente rinegoziazione per evitare che l'Isola sia costretta a rinunciare a 76milioni di euro a causa delle clausole contenute nell’accordo. Allo stesso modo, la rimodulazione dei Fsc, eventualità allo studio del Governo statale, potrebbe ridurre i finanziamenti previsti in futuro per la Sardegna a vantaggio delle regioni del nord Italia. Questi i temi principali al centro di una mozione presentata ieri (martedì) dal Gruppo dei Progressisti in Consiglio regionale. «L'abbiamo detto a più riprese, prima che iniziasse l’emergenza - dichiara il capogruppo Francesco Agus - le clausole contenute nell’accordo avrebbero consegnato allo Stato la possibilità di ritoccare al rialzo e in maniera unilaterale la quota di accantonamenti dovuti dalla Sardegna. All’inizio dell’emergenza, abbiamo chiesto quindi che la Giunta intavolasse una discussione per arrivare a nuovo accordo o quantomeno al rinvio delle clausole, ma non sappiamo se effettivamente sia stato fatto questo tentativo».

Le clausole citate nella mozione e contenute nel punto 4 dell’accordo danno la possibilità allo Stato di aumentare la quota di accantonamenti dovuti dalla Regione di 38,3milioni, «per far fronte ad eventuali eccezionali esigenza di finanza pubblica» e di altri 38,3milioni per finanziare «manovre volte al rispetto delle norme europee in materia di riequilibrio del bilancio pubblico». «E’ facile immaginare - continua Agus - che senza un intervento correttivo entrambe le clausole sarebbero applicabili nell’annualità in corso come semplice conseguenza dell’emergenza Covid-19». Parallelamente, la mozione propone di utilizzare, in accordo con lo Stato, l’intero ammontare degli accantonamenti dovuti per l’annualità 2020 allo Stato, 383milioni di euro, per le misure necessarie al contenimento dell’emergenza dal punto di vista sanitario ed economico e suggerisce alla Giunta di seguire la strada già tracciata dalle Provincie autonome di Trento e di Bolzano che hanno già avanzato richieste in questo senso.

Allo stesso modo, secondo i consiglieri Progressisti, è da rispedire al mittente ogni proposta di rimodulazione dei Fsc per favorire le Regioni del nord Italia oggi alle prese con una gravissima emergenza sanitaria, ma dotate di un’economia molto più strutturata e solida di quella delle regioni del sud e delle isole. «Sarebbe assurdo - concludono i consiglieri - utilizzare le risorse stanziate a suo tempo per colmare il gap infrastrutturale tra territori diversi del nostro Paese per fronteggiare un problema diverso. In futuro si attendono pesantissime ripercussioni soprattuto sull’economia delle Regioni già in deficit di sviluppo, che verrebbero quindi private di uno dei pochi strumenti a loro disposizione per colmare il divario con le altre aree del Paese».

Nella foto: il consigliere regionale Francesco Agus



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