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Cor 16 maggio 2020
Ospedali e sanità, un grido d´aiuto
Un gruppo di algheresi invia alla redazione una lettera sulla situazione in cui versa la sanità nel territorio di Alghero, chiedendo visibilità. Di seguito la nota integrale
Ospedali e sanità, un <i>grido</i> d´aiuto

ALGHERO - «Poiché crediamo ancora nel potere e nella lealtà di chi si occupa di informazione, consapevoli della difficoltà nel voler rendere noto il nostro pensiero, speriamo vogliate dare voce ai cittadini. Non è un attacco politico, ma un semplice grido d'aiuto». Questa la breve richiesta di un gruppo di algheresi che inviano alla redazione una lettera sulla situazione in cui versa la sanità nel territorio di Alghero, chiedendo visibilità. Di seguito la nota integrale.

Cari concittadini Algheresi,
siamo un gruppo di amici che ha deciso di scrivere questa lettera per far riflettere un po' tutti gli Algheresi e renderci conto di quale scenario stia soffocando la nostra sanità. Teniamo a precisare che, al contrario di quanto si possa pensare, questa lettera non sia il solito attacco politico da opposizione, essendo noi i primi ad aver messo la croce sul simbolo che ad oggi ci governa. Chiediamo dunque al nostro caro Presidente del Consiglio regionale Michele Pais, al caro sindaco Mario Conoci, insieme agli altrettanti cari consiglieri comunali e Regionali, senza dimenticare, ovviamente, l’Assessore Nieddu ed il Presidente Solinas, il come mai di questa situazione di stallo dopo circa un anno da quando ci avete chiesto il voto, promettendo una sanità efficiente, connessa alla realizzazione di tante altre promesse che, a questo punto, ci pare fossero finalizzate esclusivamente alla vittoria delle elezioni. E la nostra fiducia accordatavi? Pare sia completamente sparita con l’arrivo del COVID 19 che, dati alla mano, ci ha trovati totalmente impreparati, sia dal punto di vista gestionale (il nord-ovest Sardegna è stata l’area più colpita e più “invasa” da turisti in fuga dalle zone rosse), sia dal punto di vista sanitario (gli ospedali ancor oggi stanno proteggendo il personale con presidi donati dalla popolazione).
Ma per noi questa non è una novità, ma una situazione preannunciata. Succede ormai da vent’anni che la popolazione della Nurra, Coros, Villanova e parte del Meilogu, aspetti un nuovo ospedale promesso e ripromesso e, nonostante i fondi assegnati, mai realizzato. Sono passati circa cinque anni da quanto al Presidio di Alghero veniva riconosciuto un bisogno clinico assistenziale e strategico di I livello, che ci è stato poi spiegato con l’Atto Aziendale dell’allora Dott. Moirano, rappresentasse finalmente la svolta per percorsi chiari ed unificati.
Ad oggi, con il cambio di guardia, ci troviamo dinanzi all’ancora presenza di DUE NON OSPEDALI, tenuti in piedi ma vuoti. L’Ospedale civile continua a rattoppare mancanze strutturali e di personale che ne impediscono una effettiva operatività; perché dovreste sapere cari governatori che se un cittadino di Alghero, ma anche un passante od un turista, si facesse male, dovrebbe rivolgersi all’Ospedale civile, il quale, per motivazioni contro ogni normativa, dovrebbe studiare il paziente ad opera di personale non specializzato in traumatologia, il quale, ad Iter concluso, dovrebbe inviarlo in un altro ospedale (il Marino), nel quale, dopo esser stato visitato finalmente da un ortopedico, che potrebbe esser operato; o meglio, qualora volesse operarlo in urgenza, dovrebbe rispedirlo al civile e ricoverarlo in Chirurgia. Ma l’assurdità arriva quando non si tratti di emergenza, ma di intervento differibile (pare che avere un femore rotto, una delle principali cause di morte dei nostri anziani, ad Alghero sia molto differibile), il paziente andrebbe trasferito verso Ozieri (presidio complementare di Alghero) o Sassari. Questo un esempio per capire come, nelle more di una riorganizzazione mai avvenuta, noi cittadini dobbiamo subire una pessima sanità, pur avendo le risorse. Ci chiediamo cosa stiate facendo per risolvere una situazione così caotica e grave che, a nostro parere veda una risoluzione veramente semplice. La vecchia amministrazione regionale aveva fatto un progetto per la Sanità Sarda che a nostro avviso non era del tutto sbagliato; forse necessitava di modifiche e da li si poteva partire, ma ad oggi stiamo ancora aspettando la riforma Sanitaria Regionale, rivoluzionaria solo per il numero di ASL, ma priva di risposte per ciò che noi cittadini ci aspettiamo. Noi non siamo interessati a conoscere quante ASL, né quanti direttori. Noi vorremmo sapere perché ancora da parte vostra non sia stato attuato il progetto previsto per Alghero, ovvero il I Livello, che per essere operativo prevede la centralizzazione di un unico presidio e delle specialità salvavita collegate con il Pronto Soccorso.
A questo grave deficit di servizi essenziali, abbiamo potuto notare come la nostra amata chirurgia, che fino a poco tempo fa aveva percorsi di screening e trattamento dei tumori intestinali, ad oggi sia priva di sale operatorie (leggiamo dai giornali addirittura pronte e mai consegnate), alla quale è stata scorporata l’attività di endoscopia (ed affidata a quale dipartimento non è chiaro a sapersi, visto che nell’Atto Aziendale in essere non è prevista come struttura autonoma), senza il supporto della terapia sub intensiva (che obbliga i nostri concittadini ad essere trasferiti verso altri ospedali od addirittura verso posti di Rianimazione di Olbia o Cagliari). Esiste poi il grave problema della Radiologia che, con un apparato strumentale paragonabile ad un centro screening di periferia, obbliga noi cittadini ad eseguire Risonanze Magnetiche di tipo Ortopedico (ma non tutte) all’ospedale Marino, ma cosa molto più grave è che la maggior parte degli esami strumentali di RMN richiedono un trasferimento verso Ozieri. Da poco, con un annunzio su tutti i giornali, voi tutti, ma in capo a tutti il Presidente Pais, ci avevate promesso la presenza di Anestesisti per tamponare il problema ortopedia. Tutta l’Italia ha una carenza cronica di specialisti del genere e noi ci siamo chiesti come avreste fatto a trovarli; ovviamente si trattava dell’ennesimo effetto tampone, in attesa del già pianificato trasferimento al presidio dell’Ospedale civile che, con apertura della terapia semi-intensiva, avrebbe consentito una migliore gestione della scarsità di personale. La verità? Non sono arrivati anestesisti. Non è stata aperta la sub-intensiva. Non si opera al Marino e non si opera al Civile. Questo ci fa pensare che qualcosa di ben più grave del Covid abbia colpito la sanità algherese. Lo dimostrano le nuove sale operatorie, ci dicono bellissime e perfettamente ristrutturate, (pare però manchino le lampade scialitiche e tutti gli arredi).
Ecco, caro presidente Pais, anziché continuare a fare foto di risultati da Lei ed i Suoi colleghi ottenuti, raccontandoci favole, perché non si attiva seriamente per farci avere Rianimatori che ci permettano di avviare una terapia semi-intensiva, anestesisti che garantiscano l'attività operatoria (magari velocizzando l'apertura delle Sale Operatorie), improntare un reparto di ortopedia presso l’ospedale civile (magari creando un reparto multidisciplinare) o quantomeno garantire una presenza costante (h24) dell’ortopedico presso il Pronto Soccorso.
Non spetta a noi decidere che utilizzo debba avere l’Ospedale Marino e lungi da noi volerlo declassare, ma crediamo sia arrivata l’ora di pensare a noi cittadini e non a primari o personale fortemente legato alle tradizioni. In tutta Italia si tende a centralizzare le cure per acuti e convertire gli altri presidi in strutture territoriali quali poliambulatori, case della salute, ospedali di comunità, in risposta al sempre maggiore e crescente problema del chronic-care. Abbiamo bisogno di sapere che la Nostra popolazione possa recarsi ad un ospedale dove poter essere assistito (per il livello di competenza previsto) secondo le migliori norme di sicurezza, cosa che ad oggi non è garantito, nella totale vostra impassibilità. Vediamo i nostri cugini vicini di Ozieri che, ad un passo dalla chiusura di cinque anni fa, oggi vivano una ridente situazione sanitaria, tanto da subentrare e sopperire alle elementari forme di assistenza sanitaria non possibili ad Alghero (le ricordo che ad oggi i pazienti fratturati di Alghero vengono operati ad Ozieri). Questo non pensiamo dipenda dalla variazione dei bisogni sanitari della popolazione. Avete abbandonato Alghero. Avete raccolto consensi fino ad ottenere il tanto amato posto, dimenticando subito dopo quanto promesso. Si ricordi Caro Presidente Pais, cari Consiglieri, caro Sindaco e Cari tutti, che non avete vinto un incarico eterno e che se c’è un argomento che influisca su noi cittadini nel momento che si debba scegliere è sicuramente la salute dei nostri figli, dei nostri genitori ed, in fine, anche nostra. Voi non la state garantendo e noi abbiamo la memoria lunga.
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