Red
4 luglio 2020
Carenza medici: Chirurgia a rischio
«Lunedì prossimo le Sigle confederali incontreranno ancora una volta l’assessore alla Sanità Nieddu, che martedì scorso era stato informato, dalla Fp Cgil della imminente possibilità di chiusura ma è stato evidentemente un buco nell’acqua», annuncia Paolo Dettori, della Fp Cgil

ALGHERO - «Da oggi, anche la Chirurgia di Alghero chiude di fatto i battenti. E' vergognoso, che anche questa unità operativa non possa più dare risposte a causa della carenza di medici. Purtroppo, si tratta dell'ultimo in termini di tempo, crollo strutturale della macchina della Sanità sarda e sassarese. La situazione non riguarda solo Alghero, ma la gran parte degli ospedali del territorio, a macchia di leopardo. Ci si domanda se nei cittadini vi sia la consapevolezza dello scempio che è in atto per ditruggere la sanità».
Il grido dall'allarme è lanciato da Paolo Dettori, rappresentante della Funzione pubblica della Cgil, che annuncia: «Lunedì prossimo, le sigle confederali incontreranno ancora una volta l'assessore alla Sanità Nieddu che, martedì scorso, era stato informato dalla Fp Cgil della imminente possibilità di chiusura, ma è stato evidentemente un buco nell'acqua. La risposta laconica che continuano a dare è che non vi sono specialisti. Martedì prossimo, ci sarà un sit-in sotto la sede dell'Ats a Cagliari, ma è chiaro che il problema ha ben più vasti confini».
«:Aou Sassari – sottolinea Dettori - a tutt'oggi non ha un direttore generale che sia un grado di assumersi la responsabilità di portare la più grande azienda sanitaria del nord Sardegna fuori dal pantano e dall'immobilismo nel quale si trova. Solo per fare qualche esempio: vi sono interi reparti guidati non da responsabili di ruolo, ma da facenti funzioni; molte attività non hanno ripreso; le strutture ospedaliere sono fatiscenti; dirigenti medici con enorme surplus di orario e ferie arretrate. Non è più solo un problema di mancati riconoscimenti economici, ma di malessere lavorativo di cui i più deboli rischiano di pagare il conto: e non certo per colpa dei lavoratori. Medici, infermieri e ooss che continuano a lavorare nonostante tutto con dedizione e spirito di sacrificio. Aspettiamo risposte chiare: le promesse non sono più accettabili, i cittadini devono sapere in quali condizioni tutti gli operatori della sanità si trovano a lavorare, se si arriverà allo sciopero generale».
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