Red
14 luglio 2020
Turismo in picchiata: giugno chiude al 15%
Una minoranza qualificata degli alberghi quest’anno ha deciso di non aprire, rimandando direttamente al 2021 la ripresa dei lavori. A giugno, fatturati al 15percento della media degli anni precedenti. «Una scelta imprenditorialmente obbligata e sofferta al tempo stesso», commenta il presidente Stefano Visconti

ALGHERO - Luglio entra “nel vivo” e consente agli albergatori iscritti alla Federalberghi-Confcommercio della provincia di Sassari di stilare il primo magrissimo bilancio stagionale, con un occhio a ciò che accadrà ad agosto e settembre. Una minoranza qualificata degli alberghi annoverati nel sodalizio quest’anno ha deciso di non aprire, rimandando direttamente al 2021 la ripresa dei lavori. «Una scelta imprenditorialmente obbligata e sofferta al tempo stesso, determinata dall’emergenza sanitaria e dall’impoverimento delle presenze turistiche che quest’ultima ha generato – comincia il presidente della Federalberghi-Confcommercio provincia di Sassari Stefano Visconti – che ha bruciato l’operatività dei mesi di aprile, maggio e giugno, e fortemente compromesso quella di luglio, agosto e settembre.»,
Visconti si sofferma sui primi dati che gli iscritti hanno cominciato a far fluire in associazione. «Dei novantacinque iscritti su 110 totali operanti in provincia, la gran parte ha deciso di riaprire i battenti, seppur per uno scampolo di stagione cortissimo e denso di incognite. Per le strutture riaperte a giugno, circa il 50percento del totale, i fatturati si sono stabilizzati nell’intorno del 15percento di quelli storici consolidati. Significa – continua Visconti – che ogni 100euro prodotti a giugno 2019 corrispondono a soli 15euro prodotti a giugno 2020». Un dato eloquente, al di là dei giri di parole. «A luglio. le strutture aperte sono circa l’85percento del totale, e le produzioni si attesteranno nell’intorno del 20-25percento delle omologhe del mese di luglio 2019. Per agosto, forse qualche speranza in più, visto che le richieste comunque stanno arrivando. Nella migliore delle ipotesi, le produzioni mensili non supereranno il 35percento di quelle relative al mese di agosto 2019».
Per settembre, è molto presto per fare previsioni, visto che la finestra di prenotazione si è ridotta a sette-dieci giorni, contro i quarantacinque-sessanta giorni abituali. «Il Covid-19 ha minato la fiducia negli spostamenti, il reddito delle persone, l’accessibilità alle mete turistiche e lo spirito che accompagna il viaggiatore quando pianifica una vacanza. Per questo motivo, settembre non riserverà delle liete sorprese agli albergatori sardi, anche perché i tour operator si stanno concentrando a pianificare la stagione turistica 2021 considerando persa quella in corso. Tuttavia – spiega il presidente - si affacciano al mercato agenzie minori, le quali tendono ad organizzare anche per settembre prossimo venturo piccoli gruppi e comitive organizzate». I minori fatturati delle imprese trascinano con sé una minore occupazione di personale dipendente ed un minor giro per tutto l’indotto. «E’ inevitabile, posto che chi ha riaperto ha motivato la decisione proprio per dare occupazione ai collaboratori (vero patrimonio delle imprese turistiche) e per non perdere il contatto coi mercati, che hanno memoria molto labile». Ora bisogna concentrarsi sulla stagione in corso, evitando di commettere errori che in tempi di carestia potrebbero essere fatali, e programmare la stagione 2021, perché possa costituire un ponte di rientro verso la normalità produttiva.
«La Legge “Salva Sardegna”, con dentro misure molto importanti a tutela della salute delle imprese e della loro forza lavoro, sarà un puntello imprescindibile a salvaguardia del sistema produttivo isolano. Il fattore tempo è quindi determinante, perché una misura seppur valida varata in ritardo vanificherebbe la sua efficacia». L'Isola compete con tante altre mete turistiche, tutte colpite gravemente dall’emergenza sanitaria, e che si stanno armando, perché la stagione 2021 costituisca rilancio dopo una annata disastrosa. «Il virus ha colpito duramente tutti: Taormina, la Costiera amalfitana, le città d’arte, la Riviera romagnola, le località di montagna. Nessuno è risparmiato, tutti hanno esigenza di ripartire. Sarà importantissimo – conclude Stefano Visconti – preservare la salute del sistema aeroportuale sardo in gravissimo debito di ossigeno viste le difficoltà delle compagnie aeree, promuovere il nostro territorio pervicacemente se necessario, sui mercati interno ed internazionali, favorire la creazione di prodotti turistici d’area sul modello delle reti di imprese e servizi, processi ai quali le imprese non potranno sottrarsi». Uno sguardo al futuro, con la consapevolezza che non sarà facile ritrovare la strada della normalità. E per adesso, offrire il miglior servizio alberghiero possibile ai clienti che premiano la Sardegna come meta di vacanza, con la consueta cultura dell’accoglienza che l’albergatore di queste parti non può e non deve dimenticare, a maggior ragione in una annata come questa.
Nella foto: l'Hotel San Marco di Alghero, tra quelli aperti per la stagione 2020 ad Alghero
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