Il consigliere comunale di Alghero ritiene più corretto che gli amministratori offesi si rivolgano ad un avvocato di loro fiducia senza impegnare l´Avvocatura comunale. Spunta anche una sentenza della Corte dei Conti della Lombardia
ALGHERO - «Un sindaco che arriva alla denuncia nei confronti di una persona che solo un anno fa era candidata a suo sostegno, addirittura nella lista del suo partito, qualche domanda sulla sua azione politica dovrebbe farsela». Pietro Sartore getta benzina sull'infuocata bagarre in atto nel
Psd'Az di Alghero [
LEGGI], all'indomani della querela proposta da
Mario Conoci nei confronti di tre cittadini algheresi (tra questi una militante
Sardista) per presunti post diffamatori.
Il consigliere comunale, pungente e puntuale circa la verifica degli atti amministrativi, pubblica alcune considerazioni e chiede maggiore trasparenza negli atti, soprattutto quelli più controversi. «Se proprio si ritiene che l'unica strada sia quella dei tribunali e se gli amministratori si ritengono lesi nella loro onorabilità - puntualizza Sartore - credo che sarebbe più corretto che si rivolgessero a un avvocato di loro fiducia senza impegnare l'avvocatura comunale, che dovrebbe seguire le cause che riguardano gli interessi dei cittadini e della città».
«Peraltro, l’utilizzo dell’Avvocatura comunale, per sporgere querela per diffamazione, potrebbe forse dare spazio a qualche problema di natura contabile» evidenzia Pietro Sartore in conclusione, citando una consolidata sentenza della Corte dei Conti della Lombardia su fatti analoghi. «Il reato ipotizzato a carico del querelato, è la diffamazione, ossia una condotta criminosa d’opinione posta in essere in danno dei singoli e non dell’amministrazione locale nel suo complesso» è riportato a chiare lettera nella sentenza, «pertanto, deve ritenersi mancante il presupposto dell’esigenza della “tutela dei propri diritti ed interessi” che giustifica, ai sensi della normativa in materia, un coinvolgimento dell’amministrazione nelle spese legali».