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Red 20 marzo 2021
Insularità: la legge entra in Parlamento
La proposta di legge sulle “Misure straordinarie finalizzate alla compensazione dei costi dell’insularità della Sardegna” approvata dal Consiglio regionale all’unanimità su proposta della Commissione Speciale sull’insularità, oggi diventata Atto Camera n.2882, è stata incardinata nella Quinta Commissione Bilancio e tesoro della Camera dei deputati
Insularità: la legge entra in Parlamento

CAGLIARI - La proposta di legge sulle “Misure straordinarie finalizzate alla compensazione dei costi dell’insularità della Sardegna” approvata dal Consiglio regionale all’unanimità su proposta della Commissione Speciale sull’insularità, oggi diventata Atto Camera n.2882, è stata incardinata nella Quinta Commissione Bilancio e tesoro della Camera dei deputati. Comincia così l’iter parlamentare che porterà il Paramento a discutere delle misure per colmare quel gap economico e sociale che caratterizza la Sardegna in virtù della sua condizione insulare.

«Un primo passo lungo il cammino dell’equità economica - spiega Michele Cossa, che rivendica con orgoglio il lavoro fatto dalla Commissione Speciale per l’insularità - Abbiamo lavorato a una proposta di legge che fosse basata su un metodo e un calcolo scientifici in grado di misurare il mancato sviluppo della Sardegna, oggi aggravato dalle conseguenze di medio-lungo termine dovute all’epidemia di Covid 19. La proposta di legge che il Consiglio regionale ha approvato nella seduta statutaria del 1 di febbraio è il frutto di una unità d’intenti che prescinde dal colore politico e che è basata sulle necessità reali della Sardegna, un esempio di buona politica che in tempi celeri ha portato alla formulazione del testo, all’approvazione da parte dell’intero Consiglio regionale e al trasferimento in Parlamento. Adesso è il momento di creare una forte convergenza con la Regione Sicilia, sia su questo tema, che su quello della modifica costituzionale (anch’esse in itinere) sul riconoscimento costituzionale del gap insulare».

Il testo, costituito da un unico articolo, ha l’obiettivo di riequilibrare il deficit di Pil della Sardegna, che l’Istituto Bruno Leoni ha calcolato ammonti a 5.700euro pro capite l’anno, attraverso l’istituzione di un “Fondo per il riequilibrio e lo sviluppo della Sardegna”. Il fondo sarà alimentato dai finanziamenti pluriennali dell’Unione europea e dello Stato per le politiche di coesione e di riequilibrio delle regioni svantaggiate, marginali ed insulari e il fabbisogno complessivo annuale sarà determinato dal “Piano pluriennale complessivo per il riequilibrio e lo sviluppo”, presentato e aggiornato annualmente dalla Regione autonoma della Sardegna. Il Piano, inoltre, sarà predisposto e aggiornato sulla base dei criteri, indirizzi e linee guida, a contenuto tecnico-scientifico, redatti da un apposito Organismo tecnico paritetico, «composto da sei membri di cui tre nominati dal Governo e tre nominati dalla Regione di elevata e comprovata competenza».



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