Antonio Burruni
22 aprile 2008
Bar sulla spiaggia, l´ok del Consiglio
Modifiche sui mercatini della Passeggiata e dei Giardini Manno, liberalizzazione della somministrazione di alimenti e bevande negli stabilimenti balneari

ALGHERO – Il Piano Commerciale è tornato sui banchi del Consiglio Comunale per due modifiche, presentante dall’assessore comunale allo Sviluppo Economico Gianfranco Becciu. La prima, quella riguardante la divisione tra artigiani che vendono propri prodotti (rimarranno sul Lungomare Dante) e gli altri (verranno trasferiti lungo i Giardini di Via Vittorio Emanuele, mentre la seconda, riguardante gli stabilimenti balneari e la liberalizzazione della somministrazione di alimenti e bevande lungo la spiaggia, ha creato momenti di duro confronto tra le parti. L’Amministrazione Comunale, ha sottolineato come i controlli abbiano difficoltà pratiche, proponendo la somministrazione allargata a tutti gli esercizi della costa. «Rassicuro chi ha paura che questa delibera sia un “cavallo di Troia” per chissà che disegni. Non mi piacciono i processi alle intenzioni». Antonio Balzani ha quindi ricordato il parere favorevole, a maggioranza, della Terza Commissione Consiliare da lui presieduta. E’ iniziato quindi il dibattito, con l’intervento di Gavino Scala, che ha subito ricordato le norme sulla liberalizzazione fissate dall’ex ministro Bersani. Ha quindi distinto la liberalizzazione selvaggia da quella programmata, sottolineando come sia necessario mettersi d’accordo sulla tipologia della struttura balneare e sul commercio su aree pubbliche. «Questa non può essere una liberalizzazione – ha spiegato – perché i consigli comunali decidono misure, superfici e distanze. Viceversa, è una limitazione». In chiusura, Scala ha sottolineato come, in questo caso, l’atto principale dell’operazione economica debba essere la richiesta dell’autorizzazione comunale, mentre quella demaniale resta sussidiaria. «Non siamo contrari a questa proposta – ha concluso Scala – ma ne contestiamo le modalità. La nostra proposta è il rispetto delle regole». Articolato l’intervento di Enrico Daga. «Si ripetono le posizioni politiche già rilevate in commissione. Spesso ci si riempie la bocca di slogan che, nelle azioni, si rivelano opposti. Mi sarebbe piaciuto che ci fossero in aula gli estensori del Piano Commerciale, un manifesto vuoto e manovrabile ad uso e consumo dell’Amministrazione, per fare qualche domanda. Interesserà dodici impianti su novanta, ma viene mascherata da azione umanitaria. Ci siamo stancati delle furbizie di chi si approfitta della situazione. Dopo aver trasformato il centro Storico in un “luna park di gelatini e birrette”, volete trasformare anche le spiagge. Così emerge l’improvvisazione con la quale trattate gli argomenti. La Legge Bersani non vuole aperture selvagge, non nascondetevi dietro maschere e slogan». Amaro sfogo da parte di Matteo Tedde, che sostiene la parte di chi fa sacrifici ed offre un servizio tutto l’anno. Ha sottolineato come il Piano Commerciale, approvato in ritardo, abbia bisogno di continue modifiche. «Un provvedimento come questo, non mi preoccupa nel presente, ma per le generazioni future. Questo Consiglio dovrebbe prendere decisioni per avvantaggiare tutta la città, non dieci operatori. Non mi interessa che saltino le sedute per i problemi di qualcuno. Non ne posso più, la gente è stufa, ci avete rovinato dal punto di vista economico» ha concluso ricordando la situazione emersa dallo Swap. Fuori dal coro dell’Opposizione, la voce di Franco Calvia. «Il nostro dovere politico è porre tutti sullo stesso piano. Come possiamo porre in relazione un chioschetto con una grande struttura? Non possiamo distinguerci per posizioni contrarie anche per quattro licenze. Non capisco le posizioni del gruppo del Pd, che dovrebbe essere moderno, innovativo. Questa è la politica seguita da Veltroni». Chiaro il messaggio lanciato da Gianfranco Langella «i balneari sono da sempre per la completa liberalizzazione e non vendono berrete, ma servizi, con dipendenti regolarmente assicurati». «Per alcuni – è intervenuto Giancarlo Piras - la liberalizzazione è solo una cosa da utilizzare per i propri comodi e non per l’interesse comune. Sarà solo il mercato, com’è già successo in altri settori, a decidere le sorti dei singoli operatori, mentre gli organi di sorveglianza devono fare il proprio lavoro con molta attenzione. Il vostro gridare “al lupo al lupo” non mi sembra giustificato». «E’ un problema di visione, d’intervento, della consapevolezza del ruolo, che è diverso tra noi e voi – ha chiarito Vittorio Curedda – Ma perché ci si attiene alla programmazione sul mercatino etnico e non per il settore balneare? Dobbiamo parlare dei servizi, perché abbiamo il brutto precedente del centro Storico trasformato in Casbah, senza logica. Questa delibera – ha sottolineato – passerà ancora una volta senza un riflessione del Consiglio, ed il consigliere comunale conta sempre meno. Può anche darsi che noi diciamo fesserie – ha concluso – ma tanto voi non ci ascoltate mai e chi non ascolta non cresce». Netto l’intervento di Valdo Di Nolfo. «Mi sembra che, ancora una volta, si tratti di meri interessi personali. Torniamo al discorso delle lobby portato in aula dal nostro amato sindaco. Giancarlo Piras ha detto che siete dei bravi amministratori – ha ricordato – ma intanto avete fatto un contratto che ci ha messo in ginocchio. E mi vergognerei di essere rappresentato a Roma da Luca Barbareschi». Pungente l’interrogativo posto da Angela Lobrano.«Come possiamo volere i servizi, se facciamo ostruzionismo nel dare gli strumenti per farli, magari solo per difendere qualcuno che ha paura della concorrenza?». Mentre Angelo Piras si è detto deluso dei termini e del modo in cui si è sviscerato l’argomento, «qua le regole certe sono del tutto latitanti. Serve una pianificazione nel nome del liberalismo»; Adriano Grossi ha cercato di mettere un punto alla questione. «E’ stato ingigantito un problema che problema non è. L’economia algherese non si limita a questo. Si continua con questo schema, ma l’elettorato come ve lo deve dire? Vi ha cancellato ed ancora perseverate, dipingendo ogni volta una città sempre più allo sbando. Il nostro tempo lo dobbiamo utilizzare per migliorare la città e non per alimentare una guerra tra poveri». Alle 21.50, l’aula ha quindi approvato le modifiche, con quattordici voti favorevoli (la Maggioranza più Franco Calvia), uno voto contrario (Matteo Tedde) e sei astenuti (Ansini, Curedda, Daga, Di Nolfo, Angelo Piras e Scala).
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