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«Architettura abbandonata da regione e comune»
«Il Dipartimento di Architettura, riconosciuto in tutta Italia, ma ignorato dalla Regione e abbandonato dalla politica locale. La sinistra algherese, che dovrebbe difenderlo, preferisce fare da spettatrice. E questo è imperdonabile»

ALGHERO - «Ad Alghero c’è un tesoro che rischia di essere lasciato marcire nell’indifferenza generale. È il Dipartimento di Architettura, riconosciuto in tutta Italia, ma ignorato dalla Regione e abbandonato dalla politica locale. La sinistra algherese, che dovrebbe difenderlo, preferisce fare da spettatrice. E questo è imperdonabile». Così interviene Alessio Auriemma, esponente Algherese di Azione Universitaria: «I numeri parlano chiaro: zero euro a Sassari, 56 milioni a Cagliari. Un colpo durissimo per il nostro ateneo e un insulto per chi ogni giorno vive, studia e lavora nel DADU. Serve una risposta immediata: il Comune torni a lavorare al consorzio universitario, come già fatto altrove, per assicurare stabilità, fondi e futuro a questo presidio culturale. Perché lasciarlo affondare sarebbe un atto di puro autolesionismo».
A sottolineare il valore delle sedi universitarie decentrate interviene Nicola Piga, coordinatore regionale del movimento e studente dell’Università di Cagliari: «Le sedi diffuse non sono periferie, ma ponti. Collegano studenti e territori, permettono a chi nasce lontano dai grandi centri di accedere a una formazione di qualità, vicino a casa. Tagliare fuori Sassari vuol dire spezzare questi ponti, ed è una scelta che pagheremo tutti». Riccardo Mulas, rappresentante degli studenti e candidato al CNSU, rilancia il tema dal punto di vista della rappresentanza.
«Un’università giusta è un’università che ascolta e investe ovunque, non solo dove conviene politicamente. È nostro compito come studenti pretendere equilibrio, trasparenza e rispetto per ogni sede. Architettura ad Alghero è un’eccellenza che ha dato tanto alla Sardegna e all’Italia. Merita risorse, attenzione e una visione chiara. Noi ci batteremo per questo, dentro e fuori le istituzioni». «In un’isola che spesso si lamenta di essere marginale, non possiamo permetterci di marginalizzare noi stessi, concludono Piga, Auriemma e Mulas. Difendere il DADU non è una battaglia di retroguardia: è la sfida per un futuro in cui studiare in Sardegna non sia un privilegio, ma un’opportunità garantita a tutti».
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