S.A.
12:14
Agricoltura in ginocchio: stop versamenti Inps
In questo quadro di emergenza diffusa, il Centro Studi Agricoli (CSA) lancia un appello forte e chiaro. A farsi portavoce è il vicepresidente Stefano Ruggiu

SASSARI - «Non bastavano la siccità, il caldo torrido, gli incendi e la febbre catarrale a mettere in ginocchio il comparto agricolo sardo. Ora arriva anche lo spauracchio della dermatite nodulare contagiosa, nuova piaga che inizia a registrare i primi casi sul territorio, minacciando ulteriormente la tenuta delle aziende zootecniche». In questo quadro di emergenza diffusa, il Centro Studi Agricoli (CSA) lancia un appello forte e chiaro. A farsi portavoce è il vicepresidente Stefano Ruggiu: «Le aziende agricole non dispongono più della liquidità necessaria per far fronte alle scadenze contributive INPS. La situazione è drammatica, non possiamo restare a guardare».
Il CSA propone una misura immediata: la sospensione dei versamenti INPS per gli agricoltori, oppure un abbuono parziale o totale delle rate, utilizzando i fondi in avanzo presenti nei capitoli di bilancio destinati al settore primario. «È un provvedimento che si può attivare subito, senza lungaggini burocratiche», sottolinea Ruggiu. «Non chiediamo un favore, ma un atto di responsabilità. Gli agricoltori oggi si trovano in una condizione estrema, impossibilitati a onorare gli impegni fiscali mentre combattono ogni giorno per salvare bestiame, produzioni e aziende». Le condizioni climatiche sempre più proibitive, unite alle conseguenze sanitarie sui capi di bestiame — dal blocco dei bovini per la febbre catarrale alla minaccia della dermatite nodulare — stanno riducendo le aziende all’osso. Molti allevatori e agricoltori non riescono più a coprire neppure i costi minimi di gestione.
«Con questa proposta vogliamo dare un segnale concreto e immediato», prosegue Ruggiu. «Le imprese agricole non possono aspettare ulteriori settimane di discussioni politiche: serve un intervento urgente per evitare chiusure a catena, che avrebbero conseguenze gravissime sul piano economico e sociale». Il Centro Studi Agricoli chiede un’azione decisa anche da parte della Regione Sardegna e del Governo nazionale. «Il settore primario rappresenta la spina dorsale di intere comunità, soprattutto nelle aree interne e rurali. Se si ferma l’agricoltura, si ferma un pezzo fondamentale della nostra economia e della nostra identità», conclude Ruggiu. Una proposta, quella del CSA, che non è solo tecnica ma fortemente politica e sociale. Ora la responsabilità passa alle istituzioni: dare risposte immediate o assistere inermi al declino di un comparto strategico per la Sardegna.
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