Red
16 febbraio 2009
La Pelosa: Obiettivo salvaguardia
Coinvolte ben quattro università italiane, tra queste quelle di Sassari e Cagliari. Grazie gli sforzi fatti dall’amministrazione comunale, in quattro anni Stintino è diventato il laboratorio naturale per gli studi degli esperti dell´Icram

STINTINO - Entro la prossima estate si concluderanno gli studi avviati dall’Icram sulla spiaggia della Pelosa e saranno forniti gli elementi utili alla conservazione del tratto di litorale stintinese più ammirato e apprezzato anche all’estero. Lo ha fatto sapere di recente l'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare), dall'agosto scorso diventato Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), che da tempo sulla spiaggia conduce una serie di studi.
Grazie gli sforzi fatti dall’amministrazione comunale, in quattro anni Stintino è diventato il laboratorio naturale per gli studi degli esperti dell'Icram, che hanno realizzato approfondite indagini scientifiche, rilievi a mare e a terra, numerose campagne di misurazione che hanno coinvolto geologi, biologi e ingegneri. Da circa un anno, grazie agli studi sul movimento delle dune, sulla spiaggia della Pelosa sono state realizzate sei passerelle che, partendo dalla strada sino ad arrivare sulla spiaggia, consentono ai bagnati di raggiungere il bagnasciuga senza calpestare le dune.
«Il nostro progetto di salvaguardia della Pelosa è un progetto ampio – afferma il primo cittadino di Stintino – che abbiamo individuato con il ministero dell'Ambiente. Un percorso che vede come capofila l'Icram e il coinvolgimento attivo delle Università di Sassari, Cagliari, Firenze e Padova. Sino ad oggi abbiamo lavorato ai problemi relativi alla spiaggia della Pelosa, a molte istituzioni abbiamo chiesto il loro intervento, poche hanno risposto». Il sindaco di Stintino Antonio Diana ci tiene a sottolineare gli sforzi fatti dall'amministrazione da lui guidata e dalla precedente amministrazione, quando era assessore al Turismo e all'Ambiente, per la salvaguardia della Pelosa, gioiello di spiaggia che caratterizza la costa nord-ovest della Sardegna.
«Quando abbiamo iniziato gli studi, quattro anni fa, – precisa il sindaco – nessuno si sognava di venire qua a darci un aiuto, sebbene lo avessimo chiesto e ancora oggi continuiamo a chiederlo. L'unico sostegno economico lo abbiamo ricevuto dal ministero dell'Ambiente». Agli studi avviati dall'Icram stanno portando il loro contributo diverse università italiane e alcuni dei migliori centri di ricerca sulla protezione delle spiagge. Tra queste l'Università di Sassari, che si sta occupando della ricostruzione geomorfologica di buona parte del litorale del comune di Stintino. A questa si aggiunge l'Università di Cagliari, che si occuperà di determinare la capacità di carico, cioè della fruizione compatibile dal punto di vista ambientale del tratto costiero che comprende la spiaggia della Pelosa.
L'Icram, ora l'Ispra, ha coinvolto anche l'Università di Firenze che dovrà occuparsi della ricostruzione morfodinamica della spiaggia, cioè della sua evoluzione per capire quali interventi mettere in campo per la sua salvaguardia. Quindi è stata coinvolta anche l'Università di Padova che studierà la petrografia, cioè l'origine delle sabbie della Pelosa per comprenderne le caratteristiche che ne determinano la peculiarità. Infine è stata coinvolta anche la S.A. Geosphera che, con il suo contributo, ha permesso la determinazione delle opere di protezione delle dune che caratterizzano la Pelosa.
Si tratta quindi di un gruppo di lavoro ampio, che comprende diverse realtà scientifiche messe insieme con l'obiettivo unico della salvaguardia della spiaggia. «La nostra intenzione – riprende il sindaco di Stintino – è quella di fare della Pelosa un laboratorio modello per le altre realtà isolane e non solo, che soffrono l'erosione dei litorali. Un laboratorio che consenta di andare al di là dello studio di caratterizzazione della spiaggia, ma che fornisca ipotesi concrete di salvaguardia e uno studio particolareggiato delle dinamiche locali». Quindi un invito ad una ampia partecipazione:«Se qualche ente – conclude Antonio Diana – dovesse disporre di studi e dati sulla Pelosa, ottenuti attraverso percorsi differenti da quelli avviati a Stintino, li metta a disposizione di questo grande progetto di salvaguardia ambientale».
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