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Red 28 febbraio 2009
«Lo stagno di Casaraccio non è inquinato»
Nella seduta del Consiglio gli esperti dell’Arpas illustrano le analisi sul bacino
«Lo stagno di Casaraccio non è inquinato»

STINTINO - «Il corpo idrico del bacino di Casaraccio è buono e non si rilevano situazioni di stagno come fogna a cielo aperto». E ancora: «Lo stato dello stagno di Casaraccio si può considerare buono, in considerazione dell’andamento generale dei vari parametri chimico-fisici, dei macrodescrittori, dei valori degli enterococchi e della comunità fitoplantonica».

A parlare sono gli esperti dell’Arpas, Pietro Caria e Marisa Mameli, che ieri sono intervenuti nella seduta straordinaria del consiglio comunale di Stintino. All’ordine del giorno della riunione, convocata nella sala al primo piano del palazzo di Via Torre Falcone numero 5, c’era lo “stagno di Casaraccio; relazione dei tecnici Arpas (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Sardegna) e del sindaco: presa di posizione e valutazione sulle azioni da intraprendere”. Una convocazione fortemente voluta dal primo cittadino Antonio Diana, soprattutto all’indomani dalle preoccupanti notizie diffuse dagli organi di informazione che, riprendendo una ricerca realizzata a fini didattici dagli studenti di una scuola sassarese, parlavano dello stagno alle porte del paese come di «una fogna a cielo aperto».

«Monitoriamo lo stagno di Casaraccio che si trova in un’area Sic (sito di interesse comunitario) dall’ottobre 2002, con campionamenti mensili – afferma Pietro Caria, direttore delle attività laboratoristiche dell’Arpas provincia di Sassari – Nello stagno abbiamo attivato tre stazioni di rilevamento, a monte, al centro e alla foce ed effettuiamo analisi chimico-fisiche, microbiologiche e biologiche». Analisi e dati che ieri gli esperti hanno portato in aula e che non lasciano dubbi alle interpretazioni: «L’andamento medio del corpo idrico, fatta eccezione per alcuni momenti sporadici e isolati che non possono far parlare di inquinamento, dimostra un buono stato generale del bacino».

Il direttore delle attività laboratoristiche ha quindi illustrato l’andamento dei parametri chimico fisici, in particolare dell’ossigeno disciolto, parametro che più di altri è in grado di definire lo stato di anossia di uno stagno. «E dal 2002 ad oggi – ha detto ancora Caria – non abbiamo mai osservato valori al di sopra delle soglie limite».

Nella foto lo Stagno di Cesaraccio a Stintino



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