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L.P. 8 giugno 2009
Stintino, valore aggiunto per il Parco dell’Asinara
Convegno sabato scorso a Stintino organizzato dall´amministrazione comunale. Presenti storici, giuristi, rappresentanti del governo regionale e del Ministero dell´Ambiente, tutti d’accordo per un ingresso di Stintino nella comunità del Parco
Stintino, valore aggiunto per il Parco dell’Asinara

STINTINO - Il cammino verso l’Asinara passa per Stintino, perché il paese dei pescatori è la naturale porta di accesso a quell’isola, dalla quale proprio gli asinaresi-stintinesi, con un regio decreto del 1885, furono scacciati.

Ecco allora che il suo ingresso all’interno del Parco da un lato è da intendersi come un evento naturale, di una comunità che ritrova le sue radici, dall’altro è un’opportunità di sviluppo per lo stesso Parco e per il territorio che si affaccia sull’Asinara.

Si sono trovati tutti d’accordo, sabato scorso 6 giugno, durante il convegno “Asinara, un ritorno alle radici”, sull’opportunità di un ingresso del paese di pescatori nella comunità del Parco dalla quale, da oltre 10 anni, è invece escluso.

L’incontro, organizzato dall’amministrazione comunale stintinese nella sala consiliare del palazzo comunale di Via Torre Falcone, si è svolto in un clima disteso e di disponibilità e ha visto la partecipazione di storici, giuristi, rappresentanti del governo regionale e del Ministero dell’Ambiente.

È stato proprio il commissario straordinario del Parco, Silvio Vetrano, in qualità di rappresentante del dicastero guidato dal ministro Stefania Prestigiacomo, a sottolineare che i parchi sono un’opportunità per i territori che gli gravitano attorno e che soltanto con le sinergie dei comuni è possibile farli funzionare.

«Questo è per Stintino un momento di opportunità – ha detto – si deve capire il valore aggiunto del suo ingresso. Sono convinto che l’Asinara debba essere l’isola della vita, dello sviluppo, è una opportunità di crescita per tutti, attraverso percorsi sostenibili». E Stintino potrà portare il suo know how basato sull’esperienza nel settore turistico.

«Il Parco è una risorsa, non uno sfruttamento – ha aggiunto Liliana Lorettu, assessore regionale dei Trasporti – è una responsabilizzazione. Per Stintino è anche un credito, una restituzione, un atto dovuto per qualcosa che le è stato tolto. Il suo ingresso è cosa naturale, che la Regione valuta con buon auspicio, è una comunità che ritrova le radici».

Una storia che ha le sue fondamenta nella prima metà del Settecento e che vide gli asinaresi subire ben tre esodi, «l’ultimo dei quali – ha detto il sindaco Antonio Diana – è l’esclusione dalla comunità del Parco, un atto che non ha tenuto conto della nostra storia». Un passato fatto di sacrifici per le 89 famiglie che lasciarono l’isola, tra queste le 45 che fondarono Stintino.

«Una storia – ha detto Manlio Brigaglia – che non può che essere legata alla storia dell’Asinara. È qui che andiamo a cercare le matrici etniche degli scacciati dall’isola che, per i sacrifici patiti, hanno il diritto e dovere di far parte del Parco dell’Asinara».

A supportare queste parole anche il giurista Alberto Azzena, docente all’Università di Pisa: «Il cammino per l’Asinara passa per forza da Stintino. E allora è importante che i comuni del territorio uniscano le forze, si associno perché lo sentono, e contribuiscano alla gestione del Parco».

Parole fatte proprie anche dal sindaco di Porto Torres, Luciano Mura ospite di riguardo tra le autorità presenti, che si è espresso favorevolmente all’ingresso di Stintino: «Il Parco non è un problema localistico ma di tutti i comuni che si affacciano sul Golfo, un’occasione che dobbiamo affrontare assieme. A partire dalla Regione e dal Ministero che dovranno dare un presidente che sia espresso dalle comunità locali, e tra queste ci deve essere anche Stintino». Un intervento questo che ha suscitato l’apprezzamento del sindaco di Stintino Antonio Diana.

Franca Mele dell’Università di Sassari ha invece parlato della nascita della colonia penale sull’isola dell’Asinara sino agli anni Venti del Novecento. Della realtà carceraria negli anni più vicini alla memoria della maggior parte del pubblico, che sabato gremiva la sala consiliare, è stato Franco Massidda, dirigente dell’amministrazione penitenziaria.

L’ex direttore del carcere dell’Asinara ha ricordato gli stintinesi e la vita sull’isola. «Stintino in quegli anni ha erogato servizi e servitù – ha detto – da qui partivano decine di barche a favore dell’Asinara. Il paese però è stato tradito da una legge, quella che ha istituito il parco, che ha completamente dimenticato gli stintinesi».

Ma questi non hanno dimenticato i loro avi. «Stintino è figlia della storia dell’Asinara – ha detto il docente universitario Salvatore Rubino – e il cimitero di Cala d’Oliva è il segno tangibile del nostro Dna, diventato punto di incontro tra tutte le persone che abitarono quell’isola». Un cimitero che, durante il dibattito Piero Montressori, ex sindaco di Sassari, ha suggerito, dovrebbe rientrare in possesso della comunità stintinese.

Quindi prima il consigliere regionale Salvatore Amadu (Pdl), poi l’ex sindaco di Stintino Lorenzo Diana e infine il consigliere provinciale Angelo Benenati (Psd’Az) hanno sottolineato che l’ingresso di Stintino rappresenta un rafforzamento del Parco, un tassello insostituibile per la sua sopravvivenza che però dovrà essere diretto da amministratori capaci.



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