Luigi Coppola
30 agosto 2004
Napule è…Festivalguer
Pino Daniele in concerto ad Alghero il cinque settembre

Volge al termine la terza edizione del Festivalguer, il cui epilogo sarebbe dovuto essere l’esibizione d’Amalia Grè, sabato undici settembre, ma il concerto è stato cancellato. A salutare il pubblico algherese, l'appuntamento d’eccellenza nel proscenio della musica internazionale, esalterà l’arena del Corallo per un nuovo best da ricordare. Anima mediterranea ma non solo. Oud tunisini, jambè senegalesi, echi magrebini, salsa cubana, jazz puro d’oltre oceano e blues etnici rivisitati all’ombra del Vesuvio, con innesti sperimentali di cori polifonici sino ai canti gregoriani.
Non un’insalata di mare, bensì un pianeta musicale integrato da esperienze eterogenee, tendenti verso l’infinito delle alchimie sonore. E’ l’ensamble project dei “Passi d’Autore” che Pino Daniele propone nel suo tour estivo 2004. L’artista partenopeo suonerà due volte nell’isola. Venerdì tre settembre riempirà la piazza della Cattedrale, la più grande d’Oristano. Domenica cinque, bisserà al Maria Pia d’Alghero.
Tre anni dopo l’uscita del suo ultima album Medina, l’autore napoletano reduce da un insolito tour in quartetto con Ron, De Gregori e F. Mannoia, si rimette in discussione con un progetto ambizioso: Pino Daniele Project – Passi d’Autore. Alle soglie dei cinquanta anni, il bluesman estende i suoi confini afro latini mediterranei a studi approfonditi sul canto rinascimentale all’insegna di un ripasso quasi spirituale che comprende nel nuovo disco due tracce corali, dirette dalla consulenza del noto direttore d’orchestra Gianluca Podio. In quest’ultimo disco è presente anche la mano di Peter Erskine, autore jazz, negli ultimi anni, stabile partner musicale di Pino.
Personaggi d’epoca, contemporanei che hanno scritto la cultura di Napoli e dello spettacolo mondiale, rivivono nelle note testuali che recentemente hanno lasciato la vulgata dialettale della prima produzione corroborata da testi anglo americani. Massimo Troisi, figura o seconda pelle che non può essere dissociata da Pino Daniele. Due fenomeni cresciuti insieme non solo nelle proprie carriere, incontrandosi in più occasioni professionali. Nel 1988, firmando la colonna sonora de “Le Vie del Signore sono finite”, poco dopo “Pensavo fosse amore, invece era una calesse”, pellicola che sancì il debutto cinematografico d’alto livello di Francesca Neri.
Diego Maradona, icona soprannaturale del calcio mondiale, la cui speciale dedica nel “Tango della Buena Suerte”, “…Lui è un mago con il pallone, io l’ho visto alzarsi da terra e tirare in porta…lui è l’uomo giusto che ci può far vincere…tango della buena suerte…”; è concisa nell’uscita del disco, con l’ultima drammatica sofferenza dell’ex pibe de oro.
Pino Daniele è la punta di diamante del rinnovamento musicale partenopeo sviluppatosi nella metà degli anni ’70. La fucina del cambiamento, una melodia neo mediterranea fusa tra la tradizione della canzone napoletana e l’incontro di culture mediorientali e d’oltreoceano. Blues, jazz, rock miscelati in una scuola di pensiero che originò all’epoca il cosiddetto Napolitan Power, zoccolo duro del nuovo slang, cui contribuì James Senese ed il suo Napoli Centrale al quale Pino aderì inizialmente; Enzo Avitabile, Tony Esposito ed i migliori musicisti del golfo: Rino Zurzolo, Eugenio Bennato che ritroveremo nelle più belle opere di Daniele. Il clou della prima fase, forse la più bella, termina nel 1982 con “Bella ‘mbriana”, ricordata con un bellissimo concerto gratuito in Piazza Plebiscito. In quest’età, aggressivi rock fusion dai titoli anglo napoletani, si alternano a testi melodici di spessore e qualità musicale vocale (“Napule è”) da ricordare i classici partenopei dell’800 e inizio secolo. Negli anni ’80 gli orizzonti internazionali si allargano grazie ai contributi d’artisti del calibro di Don Cherry, Check Corea, Carol Steel. Gli anni ’90 seguono una svolta della carriera artistica, in bilico fra i jazz di Pat Metheny, Lele Melotti, Jimmy Earl, le collaborazioni di Noa e Almamegretta che narrano ancora i temi della sua città e brani a più ampia diffusione commerciale (“Che Dio ti benedica”, “Che male c’è”). Appartiene al 2001 Medina, ultimo suo lavoro inedito, le cui sonorità e i contenuti arabeggianti e di raccordo con la cultura islamica (“Via Medina”, “Evviva ‘o rrè”, “Tempo di cambiare”), riflettono una straordinaria attualità. Ed una Lettera dal Cuore che recita : “…Caro amore ti scrivo quel che non ti ho detto mai. Una lettera dal cuore piena di parole semplici. Mille sono i giorni che con te vorrei partire…..”
Un viaggio per tutta la nostra vita…
Domenica 5 settembre Anfiteatro comunale d’Alghero.
Per info. tel. 070.684275 o www.festivalguer.it
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