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Luigi Coppola 6 settembre 2004
Pino Daniele chiude il Festivalguer 2004
In tremila applaudono il bluesman partenopeo per l’ultimo concerto della stagione algherese
Pino Daniele chiude il Festivalguer 2004

Sul crepuscolo dell’ennesimo giorno angusto per il mondo civile che conta le centinaia di piccole vittime, trucidate stavolta in una scuola minata al di la dei Balcani, l’Arena del Corallo si congeda dal Festivalguer, una rassegna di spettacolo e divertimento. Inevitabile si avverte, anche nel clima grigio di nubi compresse in un’asfissiante afa pre autunnale, un respiro mesto d’incertezza.
L’anticipato epilogo della rassegna, privato dell’ultimo spettacolo in calendario il prossimo sabato, con Amalia Grè, annullato per un paradossale esaurimento dei fondi, non rende giustizia a chi ha lavorato seriamente per l’organizzazione dell’evento e soprattutto al pubblico che ha risposto sempre puntuale ed all’altezza della situazione. Lo dimostra anche in quest’ultimo appuntamento, riservando a Pino Daniele e ai suoi “Passi d’autore”, un’accoglienza calorosa.
Accompagnato da un coro ensamble di voci e musicisti d’eccellente talento, l’artista presenta con un preambolo, il suo progetto sperimentale che sulla base del repertorio tradizionale, arricchito dai jazz fusion di Peter Erskine, contempla l’innesto di brani rivisitati sulla tradizione gregoriana rinascimentale dei cori polifonici. Così il debutto di Quando, (colonna sonora del romantico calesse di Massimo Troisi) è affidato alle sole voci di canto e controcanto con lo splendido contributo di un’elegantissima Rossella Ruini, alto che affiancherà Pino nei nuovi brani da camera. Non sempre l’effetto finale rende lo stesso risultato qualitativo. Ad una struggente “Arriverà l’aurora”, secondo brano in scaletta e scritto nell’ultimo lavoro, su un’architettura prettamente polifonica, non equivale “Quanno chiove”, riadattata su voci barocche che non valgono le originarie insuperabili sonorità.
Ma lo spettacolo è già “rambla” al bossanova jazzato di Mare Luna. Pino nella sua polo e giacca nera, si muove il tanto che basta a far cantare, la sua fender, nera anch’essa, insieme al pubblico che applaude soddisfatto. Ringrazia contento l’artista che presenta i suoi brani ed i musicisti che lo accompagnano. Mariano Barba alla batteria, Fabio Massimo Colasanti al basso e seconda chitarra, Rita Marco Tulli piano e tastiere, Fabrizio Palma clarino e sax ed un geniale Rino Zurzolo al contrabbasso. Non si perde nella retorica facile, ma solo un cenno all’indispensabile bisogno di pace, quando presenta “Medina”, essenza mediorientale d’oud islamico mediterraneo, inno ecumenico al dialogo fra popoli e civiltà riuniti sotto “…lo stesso cielo di casa mia…”.
Ancora passi d’autore con Dammi una seconda vita e lo slang jazz di Pigro, lancio radiofonico dell’ultimo lavoro, ironica parodia sulle tante abitudini della nostra vita. Nuages sulle note e Sofia sulle note, ispirato dall’arte anni ’40 di Django Reinhardt e dedicato alla figlia, regalano spazi di jazz puro dove l’amore è il tema portante delle note. E’ la speciale chitarra di Pino, arpeggiata e domata in una magica rapsodia, con le jam di Barba e Zurzolo, cadenzate dai movimenti sinuosi della Ruini, inventano Isola grande, remake bossanovano in salsa caraibica del decantato ardore politico. Ricorda le nostalgie “..dei vecchi tempi e dell’Avana vera…”, evocando un Ernesto che..”saprebbe cosa fare…”, ma che non c’è.
Non torna sui suoi primi passi, se non sulla perla “Napule è”. Rifatta su qualsiasi versione, è sempre un must della sua produzione e potremmo dire della canzone classica napoletana. Sara (edito dallo stesso Via Medina del 2001), Che male c’è, ed Io per lei, alzano il coro dell’Anfiteatro col pubblico su di giri fra ola ed ovazioni. I saluti ed i ringraziamenti finali sono molto sentiti dagli artisti sul palco. La soddisfazione è reale e visibile. Il pubblico non risparmia applausi e complimenti urlati ai bis di Quanno chiove e Yes I know…Il Festivalguer è proprio terminato. Su queste note d’entusiasmo sarà impossibile non pensare di migliorarlo e allungarlo non solo per la prossima estate, ma già per l’autunno vicino.
15/9/2025
La rassegna concertistica “Musica d’estate” proseguirà con 13 concerti per tutto il mese di settembre al chiostro di Santa Maria di Betlem a Sassari.



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