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Red 31 ottobre 2009
«Carlos V, 50 lavoratori pronti a tutto»
Lettera dei dipendenti del Carlos V Hotel alle autorità politiche. Parte della struttura sul Lungomare è sotto sequestro giudiziario dal 2007 per presunti abusi edilizi
«Carlos V, 50 lavoratori pronti a tutto»

ALGHERO - La proprietà del Carlos V Hotel decide di chiudere per i mesi invernali la rinomata struttura sul Lungomare di Alghero, e i 50 dipendenti protestano contro i condomini di un palazzo adiacente all'albergo, rei di aver denunciato presunti abusi edilizi nelle opere di ristrutturazione. Alcune camere del rimonato hotel, infatti, sono sotto sequestro giudiziario, e pare che la chiusura stagionale possa essere giustificata con l'impossibilità della proprietà di sfruttare appieno la potenzialità del grande albergo.

I dipendenti dell'hotel si dicono pronti a qualsiasi azione di lotta pur di non perdere il proprio posto di lavoro, e scrivono una lettera al Presidente della Repubblica Italiana, al Consiglio Superiore della Magistratura, al Presidente del Tribunale di Sassari, al Prefetto di Sassari e al sindaco del comune di Alghero. Di seguito la lettera integrale.

Siamo un gruppo di 50 lavoratrici e lavoratori ex dipendenti dell'Hotel Carlos V, sito in Alghero, e con la presente vogliamo sottoporre alla Vostra attenzione l'assurda vicenda di cui siamo diventati involontari protagonisti. Ora comprendiamo le ragioni che costringono le lavoratrici e i lavoratori italiani ed in particolare quelli sardi, a intraprendere azioni di lotta per la difesa del proprio posto di lavoro. Nessuno di noi immaginava che un giorno si sarebbe trovato in una simile situazione. Convinti come eravamo che la nostra azienda - operante nel settore turistico-alberghiero - mai avrebbe potuto trovarsi in difficoltà tali, da essere suo malgrado costretta a chiudere e mandarci tutti a casa. Eppure qualche differenza rispetto ad altri casi balzati agli onori della cronaca, c'è. E non sappiamo dire però se per fortuna, o purtroppo. Perché nel nostro caso la crisi economica di cui si parla da tempo, non c'entra. Per esperienza diretta conosciamo le potenzialità del Carlos V, e sappiamo che potevano garantirei un impiego e un reddito, anche in un periodo di obiettiva difficoltà come questo. Siamo perciò caduti nel paradosso. In una regione come la nostra, perennemente affamata di lavoro, alla continua ricerca di stabilità e opportunità per il futuro delle sue famiglie e dei suoi figli, si mette sotto sequestro "cautelare", (dunque senza che sia stata ancora emessa una sentenza) un'azienda che, operante in un settore che per fortuna, nella nostra terra non è stato colpito dalla crisi o per lo meno lo è stato in modo lieve, fino ad oggi non aveva incontrato particolari difficoltà. Nessuno ha considerato che, in tal modo, anche noi lavoratori siamo stati condannati al sequestro. Ci hanno sequestrato il lavoro, ci costringono all'immobilità lavorativa. Perdiamo la nostra dignità di persone, prima che di lavoratori. Non siamo professionisti delle leggi. E non possIamo e non vogliamo occuparci della vicenda giudiziaria che riguarda la nostra azienda. Ma una cosa sappiamo: a causa di un esposto da parte di un condominio, per non meglio precisate esigenze processuali di carattere "cautelare", vengono licenziati e mandati a casa cinquanta tra lavoratrici e lavoratori. Alla faccia della cautela! E allora domandiamo alle Istituzioni, alla Magistratura, al Tribunale di Sassari e a tutta la società civile: è giusto porsi - nelle more di un processo - l'esigenza d,i tutelare i posti di lavoro? Noi crediamo di sì. Almeno fino a quando nel nostro paese resterà in vigore la madre di tutte le leggi. La Costituzione secondo cui l'Italia è un paese fondato sul lavoro. Non vorremmo che, nel frattempo, fosse invece divenuto il paese fondato sui sequestri e sui disoccupati per cautela. Nessuno pensi o dica che si tratti dell'ennesima guerra tra poveri. Non è così, non lo è affatto. Non possiamo infatti porre sullo stesso piano il diritto al lavoro, al salario di decine di lavoratrici e lavoratori con il capriccio di qualche facoltoso condomino a cui è stato negato il diritto di vista sul mare! Da oggi inizia la nostra mobilitazione. Adotteremo ogni forma di protesta, anche le più clamorose, se ci lascerete soli a tutelare i nostri diritti di lavoratori. Auspichiamo un Vostro intervento risolutore e porgiamo distinti saluti.



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