L.P.
4 dicembre 2009
Sanità: Cisl chiama Regione
La Cisl sarda chiede un tavolo di confronto con la Regione per discutere la spesa sanitaria e per affrontare i contenuti del patto nazionale per la salute

CAGLIARI - «Un patto per la salute è indispensabile anche in Sardegna» questo il pensiero del segretario generale della Cisl sarda Mario Medde. Innanzitutto per dare risposte, dice Medde, in fatto di prevenzione e cura, ai cittadini sardi garantendo almeno i livelli essenziali di assistenza e, nel contempo, evitando che l’incremento dei costi della sanità venga scaricato sulla qualità dei servizi socio-sanitari erogati ai sardi.
Il patto nazionale per la salute ratifica l’accordo raggiunto il 23 ottobre 2009 nella conferenza Stato-Regioni, «a quest’ultimo però mancavano le norme sulla fuoriuscita dall’emergenza» dichiara Medde. La Cisl chiede, quindi, un tavolo di confronto con la Regione per due motivi: per verificare modi e forme del passaggio alla Regione della spesa sanitaria, e per affrontare i contenuti del patto nazionale per la salute che ha previsto, tra le altre questioni, la possibilità di utilizzare, d’intesa con il Governo, a copertura del debito, le risorse dei fondi per le aree sottoutilizzate, i cosiddetti Fas.
Si è di fronte, infatti, conclude Medde, a due ordini di problemi: l’utilizzo, per finalità diverse da quelle «ordinarie», dei fondi Fas, e un’inefficienza della sanità che verrebbe pagata due volte dai sardi; infatti, la mediocre offerta socio-sanitaria, la pagano lavoratori e pensionati e l’utilizzo diverso dei fondi Fas verrebbe a penalizzare le strategie per lo sviluppo dell’Isola.
Nella foto: il segretario generale della Cisl Mario Medde
|