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10 luglio 2010
Edilizia, persi 3300 posti di lavoro
Le province di Sassari e Olbia-Tempio hanno il record in Sardegna per calo di addetti e ore lavorate. La Cgil disponibile a un patto per il territorio

SASSARI - Un patto per il territorio che comprenda tutti, enti locali, forze sociali e imprenditori, il mondo della cultura e della scienza, dove ognuno faccia la sua parte, con le proprie potenzialità e peculiarità. E' la proposta che il segretario generale della Cgil di Sassari Antonio Rudas ha raccolto e rilanciato intervenendo ieri all'assemblea di quadri e delegati delle federazioni degli edili Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil che aveva per tema “Oltre la crisi”.
Nel suo intervento, il segretario ha apprezzato e fatto propria la relazione introduttiva, rappresentativa della crisi di un comparto, un tempo considerato un “rifugio” dell’economia. Le province di Sassari e Olbia-Tempio hanno il record in Sardegna per calo di addetti e ore lavorate: in due anni, da marzo 2008 a marzo 2010, sono stati persi oltre 3300 posti di lavoro, pari al 30% del settore, mentre le ore lavorate sono calate nel Sassarese del 22%.
Rudas ha ricordato la proposta lanciata già al congresso provinciale della Cgil nel marzo scorso: la creazione di una società per la riconversione industriale, che assuma i lavoratori che perdono il posto, da impiegare in lavori di pubblica utilità e che non confliggano con l'economia tradizionale, in attesa che si creino nuove opportunità occupazionali da mettere subito in cantiere.
Parlando di edilizia e turismo sostenibile, Rudas è anche intervenuto sulla cancellazione della Conservatoria delle coste decisa dalla Regione per “tagliare le spese”: «Nessuno ha detto niente al riguardo – ha spiegato all’assemblea degli edili – eppure il vostro lavoro è fondamentale per recuperare beni architettonici e storici delle coste sarde, ad esempio all’Asinara, e restituirli alla comunità, dando lavoro agli operai del comparto e nel contempo attivando un indotto che potrebbe prolungare e migliorare il settore del turismo. Il tutto con fondi europei che rischiano ora di essere persi».
A conclusione dell’assemblea, quadri e delegati degli edili hanno approvato all’unanimità un documento che ha preso atto “della mancanza di volontà e dell’incapacità dei governi regionale e nazionale di risolvere la crisi del comparto, conclamata da ormai tre anni”. Lo stesso documento esprime un giudizio negativo sulla Finanziaria in discussione al parlamento, definita “iniqua, inutile e pericolosa perché colpisce i redditi più bassi e le fasce più deboli della società”.
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