Sara Alivesi
27 agosto 2010
I pastori accendono la protesta in Costa
Una decina di pullman giunti da ogni angolo della Sardegna hanno condotto un migliaio di persone a Porto Rotondo. Nessun presidio a Villa Certosa

PORTO ROTONDO - Non si sono fatti attendere i pastori sardi che da questa mattina (venerdì), come annunciato nei giorni scorsi, hanno trasferito la protesta in Costa Smeralda. Una decina di pullman giunti da ogni angolo della Sardegna hanno condotto un migliaio di persone a Porto Rotondo. Si tratta della quinta azione in un mese dopo il blocco della Carlo Felice, e degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero.
I manifestanti stazionano dalle 8 all'ingresso della localita' turistica a nord di Olbia, per dare sfogo pacifico al malcontento di una categoria che si sente abbandonata nella crisi di un settore cruciale per l'economia isolana. A vigilare sull'ordine pubblico, un vasto spiegamento di polizia, carabinieri, guardia di finanza e polizia municipale. Ma ci tengono a far sapere Felice Floris - leader del movimento - e compagni, che nessuna azione di violenza partirà mai dal gruppo.
Ad accompagnarli nella protesta i sindaci dei comuni di Busachi e Orune. Non ci sarà nessun presidio come era trapelato la settimana scorsa - ma poi smentito da Floris - davanti alla residenza estiva del premier a Villa Certosa. I pastori resteranno a Porto Rotondo, spostandosi verso il centro e continuando a distribuire volantini tra i turisti per far comprendere le loro ragioni. Non di sole e mare vive quest'isola, non sarà troppo difficile da capire per i vacanzieri stagionali - è il messaggio che vuole trasmettere il movimento. Ci sono fabbriche, aziende, mestieri e tradizioni da difendere; la pastorizia è una di queste.
|