A.B.
14 novembre 2010
«Nonostante gli accordi, il sistema rischia una nuova paralisi»
Ecco l’analisi del segretario regionale della Cisl Oriana Putzolu, sull’accordo riguardante la Formazione professionale

CAGLIARI - Nei giorni scorsi è stato firmato l’accordo tra la Regione Autonoma della Sardegna ed i Sindacati, per l’attuazione di politiche in favore dei lavoratori del comparto della formazione professionale “ex lege 47/1979”. Anche questi lavoratori, all’interno della crisi generale, sono stati inseriti nella cassa integrazione e molti di loro, già alla seconda e terza deroga, devono essere reinseriti nel sistema occupazionale attraverso percorsi di reimpiego.
«Questo accordo – spiega il segretario regionale della “Cisl” Oriana Putzolu - pur importante, non risolve la crisi del sistema della formazione professionale, che anche in questa legislatura, come capitato nella precedente, rischia la paralisi con gravi contraccolpi sui livelli occupativi del settore. Alcune agenzie formative hanno, infatti, dovuto licenziare molti lavoratori, per i quali il sindacato ha sottoscritto un verbale di impegno con l’assessore Franco Manca per il loro passaggio dalla mobilità in deroga al reimpiego totale. A fronte di questa quasi paralisi del sistema della formazione professionale è più che mai necessario aprire il confronto sia sulla riforma ormai non più rinviabile del settore sia per far partire concretamente i percorsi formativi (i corsi) la stragrande maggioranza dei quali non sono stati ancora attivati».
«Non è più accettabile - prosegue Putzolu - che disoccupati e cassintegrati non abbiano la possibilità di aggiornare e rinnovare le competenze professionali e che le imprese per certe qualifiche debbano ricorrere a mano d'opera d’oltre mare. Occorre una riforma che veda l’avvio di un sistema organico e strutturato in cui la Regione abbia il compito di programmare la formazione professionale con le parti sociali e datoriali. Un’agenzia ad hoc, potrebbe essere incaricata di velocizzare le procedure per l’attuazione dei programmi nei territori in accordo con gli enti di formazione e le Province».
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